Per quanto riguarda la gente del Libro (ebrei e cristiani), nel sacro Corano è scritto: “Oh gente del Libro, venite ad una parola che è equa tra noi e voi – che non adoreremo altri che Allah e non assoceremo nulla a Lui e non ci prenderemo l’un l’altro come signori invece di Allah.” Ma se si allontanano, allora dite: “Testimoniate che siamo musulmani“ [Sura Al ‘Imrān 3,64].
L’uso del vocabolo dialogo nel contesto delle relazioni interreligiose è relativamente recente ed è diventato familiare negli ambienti ecclesiastici gradualmente a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, in particolare dopo averne fatto ricorso nei documenti del Concilio Vaticano II. È stato ufficialmente adottato dalla Chiesa cattolica quando il nome del “Segretariato per i non cristiani”, stabilito da Papa Paolo VI nel 1964, fu cambiato in “Il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso” nel 1988, per esprimere un maggior rispetto verso le religioni del mondo e il desiderio di considerarne il diritto e la riservatezza.
L’idea del dialogo interreligioso è giunta nella Chiesa cattolica con altre innovazioni all’interno della religione cristiana, tra cui: l’espansione del concetto di purezza per includere l’intera razza umana, la purificazione degli ebrei dal sangue di Cristo e la cooperazione tra i diversi gruppi cristiani (ortodossi e protestanti).
Il dialogo tra religioni, civiltà e culture è diventato “il progetto della speranza” secondo la descrizione del filosofo francese Roger Garaudy. “La questione della civiltà oggi non è più importante del dialogo tra le religioni”, secondo il rapporto del pensatore ed ex Ministro degli Esteri libanese Eli Salem.
La cooperazione interreligiosa nella salvaguardia dell’integrità ambientale, nella lotta contro gravi malattie, nell’eliminazione della discriminazione razziale e nella rimozione dell’ingiustizia nei confronti di popoli, comunità e gruppi perseguitati è un vasto campo di coesione tra i credenti.
La compresenza delle religioni deve essere a sostegno dei buoni sforzi della comunità internazionale per la coesistenza civile e culturale di nazioni e popoli, dovrebbe fungere da impulso per sviluppare, arricchire e diffondere questi intenti e anche per promuovere la convivenza interconfessionale al servizio di una giusta pace. Le parti coinvolte devono essere libere di parteciparvi.
Infine, l’umanità oggi ha bisogno di un grande valore sociale e religioso di tolleranza e rispetto reciproco, perché la maggior parte delle forme di intolleranza e perversione comportamentale spesso consumano energia umana in molte cose superflue.
Tra gli incontri di pace più belli dei nostri giorni:
il 20 aprile 2018, il Cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, ha concluso una visita nel Regno dell’Arabia Saudita, celebrando la Messa nella cappella dell’Ambasciata di Francia a Riyadh. È la prima volta che il Regno ha accolto ufficialmente un Cardinale.
A Riyadh, il Cardinale è stato ricevuto dal Principe Muhammad bin ‘Abd al Rahman bin ‘Abd al ‘Aziz, Vice Governatore della capitale, con Mons. Miguel Ángel Ayuso Guixot, Segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e Mons. Khaled Akasheh, Capo Ufficio per l’Islam presso il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
Nello stesso contesto, Tauran ha parlato di pluralismo religioso che è “un invito a pensare alla nostra fede, perché ogni autentico dialogo interreligioso inizia con una dichiarazione di fede… tutti i credenti che cercano Dio, così come tutti quelli di buona volontà che non appartengono a nessuna religione, hanno la stessa dignità”.
Nel nostro viaggio verso il cielo, noi cristiani siamo accompagnati da Maria, la Madre di Gesù, che anche l’Islam loda e saluta come “alloro delle donne dei mondi” (Corano 3,42). La Vergine di Nazareth, Signora di Saidnaya, ci ha insegnato che Dio protegge gli umili e “disperde i superbi nei pensieri dei loro cuori” (Luca 1,51). Possa il cuore di cristiani e musulmani ritornare l’uno all’altro con sentimenti di fratellanza e amicizia e saremo in grado di fare tutto con la pace che viene data solo dal cielo. Gloria e lode a Dio, il Misericordioso, nei secoli dei secoli. Amen.
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