La solennità del Sacro Cuore: una domenica da non dimenticare

sacrocuoreLa parola di Dio di questa domenica ci rimette dinanzi al cuore di Dio che abbiamo già venerato qualche giorno fa, in occasione della solennità del Sacro Cuore. Il cuore di Gesù, carissimi, è traboccante di amore per tutti noi e diventa sempre più grande quando lo offendiamo con i nostri peccati. Il cuore di Dio, infatti, a differenza del nostro, non conosce odio, non attua vendetta, non nutre sentimenti malvagi.

Col passare del tempo, pur essendo stati creati “ad immagine di Dio”, sperimentiamo come l’uomo sia schiavo del male e, quindi, pronto al giudizio, alla vendetta, al turpiloquio, al non-amore. La liturgia di questa domenica ci fa riflettere sulla realtà del perdono cristiano. Perdonare non è facile – lo sappiamo – soprattutto quando si è coinvolti in prima persona e quando si considera che il male ricevuto è una ferita aperta che chiede tempo per potersi rimarginare.

Nel frattempo, abbiamo bisogno anche di chi ci comprenda e di chi ci aiuti a ritrovare la via della riconciliazione. Carissimi, sull’esempio di Gesù e in virtù del nostro Battesimo, siamo chiamati a perdonare coloro che ci hanno fatto del male e, nello stesso tempo, esortati a pentirci del male arrecato al fratello. Ci illudiamo soltanto se, dando ascolto ai cattivi maestri, crediamo di vivere la nostra povera esistenza basandola sulla violenza, sulla paura e su strutture di peccato che annientano la dignità della persona. Il cristiano non può e non deve assumere tali atteggiamenti. Siamo ciechi e figli del peccato se al fine di raggiungere la personale affermazione sociale o professionale si ricorre a strategie disoneste che calpestano la meritocrazia e i sani valori che fondano la civiltà dell’amore. Leggendo la prima lettura di oggi, risalta immediatamente la disonestà del re Davide: lo ricorderete – per impossessarsi della moglie di cui tanto si era invaghito, fece uccidere in battaglia Uria l’Hittita.

Questa triste vicenda rivela come la piaga del peccato sia antica quanto la vita stessa dell’uomo; Dio perdona sempre il peccato dell’uomo e anche Davide fu perdonato. Anche il Vangelo ci parla di perdono. Quanto è grande la misericordia di Dio, una misura infinita che è difficile persino immaginare. Il racconto evangelico si pone sulla stessa linea del figliol prodigo anche se stavolta è il turno di una donna, una peccatrice che, a quanto pare, si immette seriamente sul cammino della conversione. È incredibile il coraggio della nostra protagonista, conosciuta da tutti come donna di strada e di facili costumi; Dio solo sa quanto cammino abbia percorso per uscire dal buio di quella vita ed entrare finalmente nella luce; è una donna determinata, non ha paura di farsi largo tra la gente “perbene” e incurante dei loro commenti sfacciati, si reca diritta ai piedi di Gesù. Una meravigliosa icona questa, tipica della nostra epoca, che raffigura tanti di noi che, oppressi dal peso del peccato e della fragilità umana, cercano ininterrottamente la luce che li liberi da questa schiavitù. La vita della peccatrice forse rivela alcuni tratti della mia.

Siamo peccatori in diversi modi, teniamo nascosto agli altri ciò che siamo veramente e tante volte lo facciamo per apparire giusti, mentre in realtà giusti non siamo. È l’ipocrisia che l’uomo della nostra epoca vive sul posto di lavoro, in famiglia, in mezzo ai “presunti” amici, nei rapporti con gli altri, nella nostra vita professionale, nella società in genere. “Io valgo per quello che appaio – o peggio ancora per quello che produco – e non per quello che sono veramente”; un dissidio questo, che ha infranto la vera identità della persona umana: essere ed apparire.

Ma il Vangelo ci propone anche l’immagine di un uomo, un fariseo che invitò Gesù a mangiare a casa sua. Il fariseo pensa: “Colei che tocca Gesù è una peccatrice”. E la risposta del Maestro non rivela altro che il suo Cuore misericordioso: “le sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Poi disse a lei: la tua fede ti ha salvata: va’ in pace!” (Lc 7, 36-50). Meditando questo racconto della Misericordia forse ci commuoviamo; quante volte anche noi indossiamo i panni della donna peccatrice! Anche noi, a volte, siamo come Simone il fariseo che non sa accettare chi si converte. Ma c’è Gesù. Quando avvertiamo il peso del nostro peccato, c’è Gesù; quando ci troviamo in imbarazzo di fronte a Dio c’è Gesù che insegna amorevolmente la strada per raggiungere la misericordia; anche a noi ripete “Hai molto amato!”. Vuoi ottenere per te la misericordia di Dio? ama molto! Vuoi ottenere per te il perdono di Dio? perdona tanto! Ormai è diffusa ovunque l’immagine bellissima di Gesù Misericordioso, ritratto come è apparso più volte a suor Faustina Kovalska, proclamata santa il 30 aprile 2000 da Giovanni Paolo II. Nulla all’esterno aveva mai rivelato la vita mistica di questa santa suora polacca, una vita eccezionalmente impregnata di mistero.

L’immagine di Gesù Misericordioso le fu mostrata il 22 febbraio 1931, in una delle sue tante visioni. Implicitamente, il messaggio della Divina Misericordia è anche un messaggio sul valore di ogni uomo e ci dice che ogni persona è preziosa agli occhi di Dio. Carissimi, rivolgiamoci a S. Faustina, grande dono di Dio al nostro tempo, perché possiamo percepire la profondità della Misericordia divina e perché ci aiuti nella nostra quotidianità a farne esperienza viva, testimoniandola ai fratelli. Il suo messaggio di luce si diffonda in tutto il mondo, spinga i cuori più induriti alla conversione e apra, invece, il nostro cuore all’amore perchè abbiamo veramente bisogno della Sua Misericordia!

di Fra’ Frisina

foto: Santo Rosario

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