Il sesso anale e l’importanza del tabù

Sesso anale: secondo uno studio del 2017 pubblicato nella National Library of Medicine degli Stati Uniti, il 36% delle donne e il 44% degli uomini tra i 25 e i 44 anni hanno avuto rapporti anali eterosessuali almeno una volta nella vita. 

Di sesso si parla ormai apertamente dovunque. 

Anche se il tema è oggetto di dibattuto più di quanto non fosse 10 anni fa, il sesso anale è ancora piuttosto stigmatizzato.  

Perché è diventato tabù?

Vediamo di capire come e quando è diventato un tabù.

Sulla base di scoperte storiche, è lecito ritenere che il sesso anale sia esistito sin dagli albori dell’umanità.  Che sia stato consumato tra due uomini o fra un uomo e una donna, il sesso anale si praticava senza vergogna.

Studiosi del settore hanno scoperti manufatti, poesie, libri e persino giocattoli sessuali di popoli antichi che dimostrano l’esistenza del sesso anale molti secoli fa.  

Babilonia “città aperta”

sesso

Già in Mesopotamia, a Babilonia, nel 2300 a.C., ci si trastullava con il sesso anale.

I babilonesi erano particolarmente edonistici e si univano quotidianamente con vari partner, indipendentemente dal sesso.  

Tutti erano bisessuali e la sessualità, in tutte le sue sfaccettature, incluso il sesso anale, non era un tabù.

La promiscuità era una pratica consueta anche per altre culture antiche, in particolare per i greci e per i romani (a Roma, gli uomini liberi spesso assumevano giovani schiavi maschi e facevano sesso con loro).

In queste due società, il desiderio sessuale non era collegato al genere. 

Il concetto di “eterosessuale” o “omosessuale” semplicemente non esisteva e la sessualità era spesso descritta in termini gerarchici piuttosto che intimi.

Quando si trattava di sesso, esistevano solo due ruoli: il penetrato o il penetratore

Ne abbiamo testimonianze leggendo ad esempio Platone.

Riguardo al sesso anale tuttavia esistevano alcune “linee guida”.

Se era del tutto normale che i giovani lo praticassero con uomini molto più anziani, il discorso cambiava se coinvolgeva una donna.

Quando gli uomini si dedicavano al sesso con una donna, che fosse con la moglie o una prostituta, (quest’ultima era socialmente accettata anche per gli uomini sposati), il sesso anale era il miglior metodo contraccettivo.  

Del resto le alternative alle gravidanze indesiderate non erano poi così efficaci.

Per fare un esempio, Sorano di Efeso, un ginecologo dell’antica Roma, suggeriva alle sue pazienti di starnutire dopo che il loro partner maschile aveva eiaculato, per evitare la gravidanza.

Il Giappone aperto al sesso anale

L’arte erotica giapponese ha dimostrato che sia gli uomini eterosessuali sia quelli omosessuali facevano sesso anale nei tempi antichi.

Anche gli animali lo praticano

Secondo gli scienziati, la maggior parte dei membri del regno animale pratica il sesso anale.

Il sesso anale nell’odierna America Latina 

Facciamo un salto spazio-temporale e arriviamo al 100 d.C.,in quella che oggi conosciamo come l’America Latina.

I manufatti lasciati dai Moche, un’antica civiltà andina del Perù esistita tra il I e ​​l’VIII secolo d. C, mostrano che il sesso anale era un atto sessuale comunemente praticato.  

Anzi, era il più raffigurato sulle ceramiche Moche (gli archeologi hanno trovato oltre 10.000 pezzi di ceramica).

Le immagini del sesso vaginale erano invece pressoché inesistenti.

Secondo Caril Phang, un ricercatore di culture indigene dell’emisfero occidentale, afferma “che la ceramica Moche abbia presentato l’atto fisico del sesso, è stato un affronto alla fede cattolica. Tuttavia, l’arte si è rivelata anche vantaggiosa per l’ideale colonizzatore”.  

Definiti i popoli indigeni come tribù “carnali“, “lussuriose“, “pagane“, gli spagnoli poterono infatti dichiarare una “guerra giusta“.

In questo modo, riuscirono ad espandere il territorio spagnolo e i principi della Chiesa cattolica romana.  

Gli effetti del cristianesimo sul sesso

Il cristianesimo cambiò radicalmente la concezione del sesso.

San Paolo, vissuto poco prima della caduta di Roma, sostenne il celibato sia prima sia dopo il matrimonio.  

Secondo lui, bisognava praticare il sesso solo per la procreazione.

Poiché i precetti del Vangelo erano indiscutibili, con l’ascesa della Chiesa cattolica, sesso e religione divennero inconciliabili.

All’inizio del 1200, la Chiesa cattolica intensificò la sua ingerenza nelle camere da letto del popolo decretando nel 1215 quello che fu chiamato “matrimonio lecito”.  

Fu imposta la monogamia, condannato il divorzio e stabilite regole che vietavano la sodomia.  

Molte altre religioni mondiali considerarono l’attività sessuale al di fuori del normale tipo di sesso vaginale maschio-femmina, come innaturale e persino peccaminosa.

L’epoca vittoriana 

Nell’era vittoriana del 1800, con i casi di sifilide dilaganti, ci fu uno spostamento verso la masturbazione.  

Sebbene la prostituzione fosse comune all’epoca e nonostante la repressione del desiderio sessuale, molti libri attestano che le coppie sposate facevano sesso, anche se non era finalizzato alla procreazione.

Sebbene del sesso anale non si trovi traccia, questo non vuol dire che non si facesse. Magari non si ammetteva e basta.

L’era moderna

Andando avanti nel tempo fino al 20 ° secolo, a influenzare il sesso e la sessualità furono:

1) la rivoluzione sessuale degli anni ’20; 

2) gli studi e i rapporti del Dr. Kinsey sulla sessualità;

3) la rivoluzione sessuale degli anni ’60.  

La ricerca di Kinsey includeva il sesso anale e la rivoluzione sessuale degli anni ’60 ha fissato tutte le convenzioni precedenti sul rapporto sessuale, liberando il modo in cui le persone vedevano tutti gli atti sessuali, incluso quello anale.

La situazione sul sesso anale oggi

Oggi, il sesso anale, o sodomia, è illegale in 13 stati degli Stati Uniti, il che significa che le persone che fanno sesso anale rischiano l’arresto.

Secondo l’ACLU (L’American Civil Liberties Union, un’organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti), la ragione di ciò è strettamente legata all’omofobia.

Le leggi servirebbero specificamente per limitare i diritti degli individui gay, compresa l’adozione e la sicurezza sul lavoro. 

Lo sviluppo della personalità e le teorie psicosessuali di Freud

Freud riteneva che la personalità si sviluppasse attraverso una serie di fasi dell’infanzia, in cui le energie di ricerca del piacere dell’Es si concentrano su determinate zone erogene. 

Durante le cinque fasi psicosessuali: orale, anale, fallica, latente e genitale, la zona erogena associata a ciascuna fase funge da fonte di piacere.

Ogni fase dello sviluppo è contrassegnata da conflitti che possono aiutare a costruire la crescita o soffocare lo sviluppo, a seconda di come si risolvono i conflitti.
Se queste fasi psicosessuali vengono completate con successo, il risultato è una personalità sana.

Se alcuni problemi non vengono risolti nella fase appropriata, l’individuo rimarrà “bloccato“.

Per fare un esempio, se una persona non ha superato il blocco dello stadio orale, potrebbe sviluppare la stimolazione orale fumando, bevendo o mangiando.  

Riguardo alla seconda fase dello sviluppo psicosessuale, quella anale, l’ano diventa il fulcro della libido.  

Inizialmente il bambino trae piacere dalla capacità di trattenere ed espellere le feci

Al contempo, questa fase anale coincide con l’addestramento al vasino.

Il bambino impara che il mondo può essere un luogo inibitore.

Il piacere sicuro scaturisce dunque dal fatto che defechi secondo delle modalità stabilite dagli adulti, in modo pulito e ordinato.

Diversamente, le sue azioni lo portano a essere ridicolizzato.

Durante la fase anale, dice Freud, impariamo a controllare i nostri istinti di base. Sostituiamo il piacevole con l’appropriato.

Conclusioni: sesso anale e tabù

Oggi il sesso anale, dopo aver attraversato corsi e ricorsi, non è più un tabù. Lo abbiamo abbattuto insieme a tutti gli altri.

Ci ritroviamo saturi, per sovrabbondanza, di visioni sessuali, giocate su tutti i registri.

Poco male? 

Beh, il principio della fruibilità massiccia di sesso, rende normale ciò che è ovunque diffuso.

Ma a dire il vero, scardinare i tabù ci ha condotti nell’era dell’indifferenza e dell’indifferenziazione. 

Il risultato?

Per paradossale che sia, morto un tabù, si spegne il desiderio. Infatti, quando cessa di essere enigmatica, la sessualità diventa crudele, perché esclude dalla possibilità di scoprire.

Del resto, sono i divieti, la trasgressione, il rischio, a rendere accattivante il gioco erotico. 

Per citare Galimberti: “bisogna oltrepassare l’immaginario sessuale per entrare davvero nel gioco, dove da esperire non ci sono più le solite oscillazioni tra codici e devianze, ma più semplicemente – e qui la semplicità diventa abisso -l’incontro con il ritmo dell’indicibile, di «ciò che non si riesce a dire» (Platone), di «ciò che non si può dire» (Freud) perché abita l’inconscio o, come vuole ancora Platone, il «fondo enigmatico e buio», quell’inarticolato che resta al di là dell’articolazione di tutte le parole”.

Foto di D Mz da Pixabay

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