Una foto postata sul social network più famoso al mondo ed immediatamente in Sud Africa torna la paura, tornano i terribili ricordi dell’apartheid.
La foto ritrae un uomo bianco in tenuta da caccia, fucile in mano, l’uomo sorride premendo il ginocchio sulla sua preda: un bimbo nero. L’agghiacciante immagine è stata pubblicata il 24 giugno scorso sul profilo personale di Eugene Terrorblanch (letteralmente “terrore bianco”) ed è stata diffusa oggi da alcuni siti stranieri causando l’indignazione del mondo intero.
Il profilo è stato immediatamente bloccato da Facebook violando le norme di utilizzo del social network, ma fino alla sua cancellazione la pagina contava 569 “amici”. La procura di Johannesburg indaga sull’uomo invitando chiunque lo abbia riconosciuto a farsi vivo. Si spera si tratti di un fotomontaggio.
Il passo compiuto dalla memoria dei sudafricani è stato breve: immediatamente sono tornate vive le immagini di sangue legate alla controversa figura di Eugene Terre’Blanche ed al movimento dell’AWB (Afrikaner Resistance Movement). Il movimento nazionalista boero extraparlamentare si distinse negli anni ’90 per una serie di sanguinosi eventi miranti a difendere il potere dei bianchi in Sudafrica ed impedire la fine dell’apartheid. In particolare fu proprio Terre’Blanche il protagonista della sanguinosa e violenta protesta contro il presidente de Klerk del 1991 oggi tristemente nota come Battaglia di Ventersdorp.
Eugene Terre’Blanche riuscì a riscuotere molto successo con la sua oratoria presso la popolazione bianca del Sudafrica ed arrivò a minacciare una guerra civile nel caso in cui il potere fosse passato nelle mani di Nelson Mandela. Fu arrestato nel 1997 per aggressione ad un lavoratore nero presso una stazione di servizio e per il tentato omicidio di un bracciante. Rimesso in libertà nel 2004 riprese immediatamente la sua attività nell’AWB fino al suo assassinio nel 2010.
La bandiera dell’AWB, formata da un incrocio di tre sette neri in un circolo bianco su sfondo rosso e che ricorda da vicino la svastica, non ha smesso purtroppo in questi anni di sventolare in Sud Africa, così come la fine dell’apartheid non ha significato la fine del razzismo nel paese soprannominato la Nazione Arcobaleno.
D’altro canto non siamo nuovi ai rigurgiti di xenofobia neppure in Europa, ciò che ha realmente scandalizzato il mondo oggi è stata allora l’immagine o l’idea? Forse è l’idea portata alla ribalta da una immagine così esplicita e cruda, forse il rendersi conto che la rapidità e libertà comunicativa oggi consentita dai Social Network vuol dire anche questo. C’è chi parla di “Razzismo 2.0”, le regole di Facebook in merito sono chiare: è possibile condividere tutto ma è necessario impegnarsi a “Non pubblicare contenuti: minatori, pornografici, con incitazioni all’odio, con immagini o grafica di nudo o con violenza gratuita”.
Sembra che le idee per quanto estreme, anzi forse proprio per questo, abbiano sempre lunga vita, ricordiamoci tuttavia che esiste il pulsante “Segnala” su Facebook e che la libertà è anche sempre libertà di opposizione, certo inutile se proposta con altrettanta violenza, non a caso infatti sono scomparse dal social network non solo la pagina di Terrorblanche ma anche tutti i gruppi nati contro di lui alla diffusione della notizia e inneggianti ad una sorta di legge del taglione.
Claudia Durantini
La bandiera dell’AWB
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