Il vice presidente di Riva Group, Fabio Riva, è stato fermato a Londra, inizieranno adesso le procedure per l’estradizione che potrebbero durare fino a 60 giorni. Nel frattempo Riva è stato rilasciato e gli è stato ritirato il passaporto in attesa dell’udienza per l’estradizione.
Fabio Riva era ricercato dallo scorso 27 novembre, quando era stato emesso un mandato di arresto europeo, nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell’Ilva di Taranto. L’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Riva presentava le accuse di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari.
Alcuni giorni fa i legali di Riva avevano presentato una lettera dello stesso, firmata 27 novembre, nella quale affermava di trovarsi già in Inghilterra quando aveva saputo dell’ordinanza e di mettersi a disposizione delle autorità.
Si discute nel frattempo della costituzionalità della legge 231, denominata ‘salva Ilva’, e del dissequestro dei prodotti finiti e dei semilavorati attualmente giacenti sulle banchine e consentirebbe pertanto di trovare i fondi necessari per adempiere alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale e pagare gli stipendi.
Il gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, intanto ha accolto le richieste della procura sollevando la questione di legittimità costituzionale sulla legge 231 e inviando, come già fatto dal Tribunale di Taranto, gli atti alla Consulta in attesa della decisione della Corte Costituzionale.
di Redazione
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