L’incidente ferroviario, il groviglio di lamiere. Quelle vite perdute tra gli ulivi, in Puglia; un disastro di cui possiamo scrivere con rispetto ma anche con rabbia, per quelle tante vite perdute.
“Pure colline chiudevano d’intorno marina e case; ulivi le vestivano qua e là disseminati come greggi, o tenui come il fumo di un casale che veleggi la faccia candente del cielo. Tra macchie di vigneti e di pinete, petraie si scorgevano calve e gibbosi dorsi di collinette: un uomo che là passasse ritto s’un muletto nell’azzurro lavato era stampato per sempre e nel ricordo” (Eugenio Montale)
Un poliziotto quasi in pensione con sogni da rockstar, la sua chitarra e l’amore per la radio, per la musica.
Una ragazza di 25 anni che stava per coronare anche il suo, di sogno; a breve ci sarebbe stato il suo matrimonio. Una nonna che teneva in braccio il nipotino di 6 anni, addormentato. Un ragazzo di soli 15 anni che tornava da scuola. Affidiamo i nostri figli al treno, il mezzo sicuro per eccellenza. Un contadino che lavorava la terra, colpito dai pezzi di lamiere dilaniate e schizzate via dal violento impatto, la sua vita era tra quelle piante nobili e secolari. Storie di “ordinaria normalità”.
Le vite normali di persone normali, spezzate in una caldissima giornata di Luglio.
La storia di un poliziotto, Fulvio Schinzari, vice questore aggiunto a Bari, che aveva appena concluso le ferie. Fulvio viveva ad Andria con la moglie e le due figlie. “Poliziotto atipico, che volava alto”, raccontano gli amici. La musica, la sua grande passione. Fan accanito di Pat Metheny, Mark Knopfler, Joni Mitchell. Una passione talmente elevata e forte che lo porta a fondare la prima radio libera andriese, Radio Antenna Adriatica (nata come Radio Sud Adriatica), ancora attiva e che trasmette programmi di musica 24 ore al giorno. Proprio dalla sua Radio Antenna Adriatica, il messaggio commosso postato sulla pagina Facebook dell’emittente da parte dell’editore e di tutto lo staff “oggi e domani Radio Antenna Adriatica e tutti i collaboratori non trasmetteranno i programmi per rispetto nei confronti delle vittime e dei familiari che hanno perso la vita nel tragico incidente ferroviario Andria Corato.Il dolore è veramente grande anche per Fulvio Schinzari che oggi non c è più….lui che ha vissuto e trasmesso Radio Antenna Adriatica negli anni 70″
Perchè, come cita l’emittente stessa “La prima radio in Puglia non si scorda mai”.
Fulvio, come anche gli altri, prendeva ed aspettava un treno fatto di un unico binario, come negli anni ’50. Ma sono tutte storie del 2016. Il vice questore, soltanto un anno fa, scriveva dal treno “Ferrovie Bari Nord news: dopo un anno cambia la playlist per allietare i viaggiatori. Da Sanremo 2013 a Sanremo 2014, wow”.
Ho voluto rendere un omaggio a Fulvio, come per le altre giovani vittime, perchè anche lui inseguiva un sogno, in questa nostra Nazione che stentiamo a riconoscere. Per chi, come me, ha lavorato anni nelle radio locali e regionali, la passione della musica e della realizzazione dei programmi, è immensa. La voglia di stare tra la gente, di lavorare in gruppo e di restituire un sorriso alle persone, non ha eguali. E la storia di Fulvio è molto commovente.
La magia e la morte tra ulivi secolari. Quanto silenzio e quanto dolore tra i rami forti di queste nobili piante. Non solo preistoria, i primi ad introdurre in Puglia la coltivazione degli ulivi probabilmente furono gli antichi Messapi; questo i contadini lo sanno. Le masserie spuntano tra le chiome degli olivi che nella piana si perdono a vista d’occhio. Imponenti fabbricati, sorti a partire dal XVI secolo come torri a difesa dei sottostanti frantoi dove si produceva la vera ricchezza di questo territorio: l’olio, il bene più prezioso. Magia e morte, lo studente che non doveva andare e poi è andato, la ragazza che doveva sposarsi, lo strazio del riconoscimento, il pellegrinaggio dei familiari nella camera ardente allestita al Policlinico di Bari.
Resta soltanto questo; dell’interrogazione in Aula, sulle colpe o le mancanze di un disastro ferroviario in una afosa mattina di luglio, interessa veramente poco o nulla. Nulla da dire, riguardo alla nostra Nazione perduta. Forse, se si investisse almeno parte di quello che si sta investendo per un’opera miliardaria (ed invasiva) da molti giudicata inutile, sulla messa in sicurezza dell’attuale sistema ferroviario, sul personale, sulla manutenzione, probabilmente i rischi che tragedie simili possano accadere di nuovo si ridurrebbero di molto.
di Alessandra Paparelli
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