Inutile negarlo, la società contemporanea con la tecnologia, i notebook, gli smartphone e i televisori ipertecnologici, con internet, i social network e le varie applicazioni dei telefonini ci ha abituati ad una vita comoda e sedentaria. Questi aggeggi ci aiutano nelle situazioni più disparate, ci cercano un luogo da visitare, un museo, un ristorante, ci tracciano i percorsi in bici e ci danno le previsioni meteo. Di fatto, abbattono quasi tutte le barriere e in un attimo ci collegano con l’altro capo del mondo.
Vita più agevole ma in solitudine
Grazie agli smartphone, la nostra vita oggi è indiscutibilmente molto più agevole rispetto a quella delle generazioni del secolo scorso. Un esempio per tutti: la posta. Prima per comunicare per iscritto con un amico o con un’azienda di New York, per dire, ci volevano almeno due settimane; oggi, attraverso una email, in pochi secondi abbiamo la risposta. Tutto bello, tutto comodo ma come spesso accade c’è un rovescio della medaglia: questi strumenti ci isolano dal mondo reale. Ci rendono quasi degli automi, ci fanno vivere in solitudine.
La smartphone dipendenza
Ormai non riusciamo più a relazionarci senza l’aiuto di questi apparecchi elettronici. Come dicevamo, li consultiamo per cercare ogni cosa ed anche per leggere un libro, spedire una messaggio o per giocare con i giochetti elettronici. Capita di utilizzare lo smartphone anche per comunicare da una stanza all’altra della casa; i più giovani, i cosiddetti “millennials”, nati nel nuovo millennio, interagiscono tra loro con il cellulare addirittura intorno al tavolo di un ristorante o nella stesso luogo di incontro. Siamo diventati, tutti, degli smartphone dipendenti.
Riappropriamoci del nostro tempo libero
Forse è giunto il momento di riappropriarci di sane abitudini, che possono sembrare banali ma sono quelle che creano relazioni ed affetti, come parlare, abbracciarsi, guardarsi negli occhi, sorridersi: azioni alle quali non avevamo mai fatto caso perché erano normali, erano parte della nostra vita e che, invece, adesso cominciano a scomparire. C’è bisogno di disintossicarsi un po’ dall’uso massiccio degli apparecchi tecnologici e della comunicazione virtuale in genere. C’è bisogno di contatti umani reali, di calore, di passione e, perché no, di pazienza. La rapidità e frenesia del mondo tecnologico sta facendo scomparire la capacità delle persone di ascoltare, aspettare, a volte di sopportare e tollerare assottigliando così, le relazioni interpersonali che sono fatte anche di paziente osservazione ed ascolto. Andiamo tutti di corsa e nella fretta dimentichiamo di guardare chi ci sta intorno e magari di fare un gesto cortese. Siamo sempre più connessi ma sempre più soli, con il nostro smartphone in mano.
Cena e Cenacolo
Concludendo, contro la dipendenza da smartphone, da social network e da internet e la conseguente solitudine, dovremmo cercare di recuperare il valore della socializzazione e riscoprire il piacere di socializzare fisicamente, senza la smania da messaggino, riappropriandoci del nostro tempo libero.
Dovremmo organizzare, più spesso, incontri sociali, cene e aperitivi tra amici e conoscenti; di persona, senza cellulari: i famosi Cenacoli culturali, dove si discute, si chiacchiera, si disquisisce su argomenti vari, magari invogliati da una bella cena. Insomma, un “incontro smartphone free“: tutti col telefono spento!
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