Intelligenza Artificiale. In questo periodo si leggono molti articoli a riguardo e, come spesso accade, la platea si è spaccata in due: sostenitori e detrattori
Intelligenza Artificiale: una minaccia?
Intelligenza artificiale. Sulla rivista accademica BMJ Global Health, un gruppo di medici esperti in salute pubblica, ha definito l’AI “una minaccia esistenziale per l’umanità simile alle armi nucleari negli anni ’80, che dovrebbe essere frenata fino a quando non potrà essere adeguatamente regolamentata”.
Dello stesso parere, alcuni personaggi illustri come il leggendario fisico Stephen Hawking e, paradossalmente, anche il leader e innovatore di Tesla e SpaceX, Elon Musk.
Quest’ultimo, in passato aveva addirittura paragonato l’AI alla dittatura Nord-coreana. Mentre il co-fondatore di Microsoft, Bill Gates ritiene che, se utilizzata con criterio, si possono ottenere da essa enormi benefici.
Utile a questo punto capire di cosa parliamo.
Che cos’è l’Intelligenza Artificiale
La definizione più calzante descrive l’AI come “la simulazione dei processi di intelligenza umana da parte delle macchine, in particolare dei sistemi informatici”.
Nello specifico, le sue applicazioni includono sistemi sofisticati di elaborazione del linguaggio naturale, riconoscimento vocale, facciale e visione artificiale. In beve però si potrebbe arrivare a un’intelligenza artificiale più generalizzata, in cui i sistemi riusciranno a gestire qualsiasi compito svolto dagli esseri umani. Cosa che in molti temono. Iniziamo scorrendo la storia di questa “rivoluzione copernicana”.
Genesi dell’Intelligenza Artificiale
A partire dalla prima metà del XX secolo, la fantascienza ci ha introdotto in un mondo in cui i robot, esseri artificialmente intelligenti, assumevano un ruolo sempre più centrale nella società.
Nel 1927, la pellicola-cult di Fritz Lang “Metropolis”, narrava la storia di una giovane donna, Maria e del suo “alter ego di metallo”, un robot nato dalla mente del professor Rotwang.
Nel 1939, il film “Il Mago di Oz” diretto da Victor Fleming, ci presentava invece l‘uomo di latta “senza cuore”.
Negli anni Cinquanta, ciò che era nato dalla mente geniale di registi e scrittori, finì per incuriosire una generazione di scienziati, matematici e filosofi, che iniziarono a focalizzarsi sul concetto di intelligenza artificiale (o AI).
Tra di essi ricordiamo Alan Turing (1912-1954), un matematico, logico, crittografo e filosofo britannico, considerato uno dei pionieri dell’informatica, che esplorò le possibilità matematiche dell’intelligenza artificiale.
Turing intuì che le macchine potevano utilizzare le informazioni trasmesse dall’uomo per risolvere problemi e prendere decisioni.
Formulò dunque la sua teoria in un articolo pubblicato nel 1950 “Computing Machinery and Intelligence”, in cui discuteva come costruire macchine intelligenti e testare la loro intelligenza.
Rischi potenziali dell’AI: armi autonome
Nel caso delle armi autonome programmate per uccidere, l’Intelligenza Artificiale potrebbe essere devastante. Ipotizziamo ad esempio che la corsa agli armamenti nucleari venga sostituita da una corsa agli armamenti autonoma globale. Lo scenario non è solo inquietante! E’ drammaticamente realistico. Basti pensare a una recente dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin secondo cui: “L’intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia, ma per tutta l’umanità. Presenta enormi opportunità, ma anche minacce difficili da prevedere. Chi diventa il leader in questa sfera diventerà il dominatore del mondo”.
Va da sé che se le armi autonome acquisissero “mente propria”, una volta schierate, sarebbero probabilmente difficili da smantellare o combattere.
Manipolazione sociale
Tutti sanno che nell’era dei “big data”, gli algoritmi autonomi dei social sono molto efficaci nel marketing mirato. Sanno chi siamo, quali sono i nostri gusti, gli orientamenti politici, sessuali e sono incredibilmente bravi a indovinare cosa pensiamo.
Attualmente la Cambridge Analytica e altri associati, è sotto inchiesta con l’accusa di aver utilizzato i dati di 50 milioni di utenti di Facebook per influenzare l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 e del referendum sulla Brexit nel Regno Unito.
In questo caso, appare evidente il ruolo “manipolatore” del sistema.
Invasione della privacy e classificazione sociale
Che ci piaccia o no, viviamo tutti in una sorta di “Grande fratello”. Siamo monitorati costantemente grazie a telecamere posizionate in ogni luogo e gli algoritmi di riconoscimento facciale sanno chi siamo e cosa facciamo, anche se stiamo a casa davanti al pc. Su queste informazioni la Cina ha deciso di alimentare il suo sistema di credito sociale, assegnando ai cittadini un punteggio personale basato sul loro comportamento. Oltre a un’invasione della privacy, l’AI potrebbe trasformarsi in uno strumento di oppressione sociale? Forse sì.
Spiegazioni chiare
Se è vero che le macchine ci aiutano e non possiamo di certo fermare il progresso, è altrettanto vero che possiamo incappare in certi inconvenienti. Facciamo un esempio banale. Se abbiamo programmato la nostra auto alimentata dall’intelligenza artificiale per portarci all’aeroporto il più rapidamente possibile, senza spiegarle che deve rispettare il codice stradale, potrebbe fare di testa sua, esponendoci a un frontale.
Posti di lavoro
Altro grande dilemma che affligge ogni lavoratore è il rischio di vedersi sostituito dalla macchina per svolgere le sue mansioni. Di recente ad esempio la categoria dei doppiatori è entrata in sciopero. I lavoratori hanno dovuto infatti firmare una liberatoria in cui si impegnano a cedere la loro voce in tutto il mondo, “in altri mondi” (non è uno scherzo) e senza limiti di tempo, per poter lavorare. Ciò significa che, sia da vivi, sia alla loro morte, l’industria del cinema potrà replicare la loro voce per doppiare artificialmente gli attori. Insomma, a livello macro, un cattivo utilizzo dell’Intelligenza Artificiale potrebbe distruggere l’intera struttura sociale così come la conosciamo.
Vantaggi dell’Intelligenza Artificiale
Se l’uomo gestisse l’AI in maniera sensata, la nostra vita quotidiana potrebbe, di contro, essere facilitata e migliorata.
- Ad esempio, se affidassimo all’intelligenza artificiale la responsabilità di garantire il funzionamento della nostra rete elettrica, degli impianti di allarme, di sicurezza, saremmo a cavallo;
- L’AI ci può aiutare a interagire con un sistema esperto in una conversazione fluida;
- Offre la possibilità di avere una conversazione in due lingue diverse tradotta in tempo reale;
- Nuove tecniche di intelligenza artificiale generativa in rapido miglioramento possono creare testo, immagini, musica e altri media realistici;
- Può automatizzare alcune attività svolte dagli esseri umani, tra cui il lavoro di assistenza clienti, la generazione di lead, il rilevamento di frodi e il controllo di qualità;
- In una serie di aree, l’IA può eseguire compiti molto meglio degli umani. In particolare quando si tratta di attività ripetitive e orientate ai dettagli.
Insomma la verità sta sempre nel mezzo ed è sempre e comunque l’uomo a fare la differenza.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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