Nato a Milano nel 1962, giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore e consulente editoriale. Dal 1° luglio 2011 è l’Editor delle collane da Edicola Mondadori (I Gialli Mondadori, Segretissimo, Urania, ecc).
Come autore ho pubblicato una dozzina di romanzi, soprattutto con Mondadori, l’ultimo dei quali è “Ira Domini – Sangue sui Navigli”, che ha fatto seguito all’Oscar Bestseller “Gengis Khan – Il figlio del cielo”, da cui avevo tratto anche uno sceneggiato TV prodotto da Mediaset. Il mio esordio risale al 1990, con il romanzo “Gli eretici di Zlatos” (Nord). Per Delos Books ho pubblicato “Il Prontuario dello scrittore”, un manuale di scrittura creativa per gli autori esordienti, giunto alla settima edizione. Ho avuto anche una discreta attività come traduttore, soprattutto di autori come Donald Westlake, Walter Jon Williams, Fredrik Pohl e altri, oltre che del filosofo tedesco Falko Blask.
Per Mediaset sono stato fra gli autori delle serie TV “Distretto di Polizia” e “RIS: Delitti imperfetti”, e ho scritto la sceneggiatura del film TV “Giulio Cesare”.
Attualmento sto lavorando al film “Hamburger”, per la regia di Riccardo Recchia e con Stefano Chiodaroli nel ruolo del protagonista maschile.
Come giornalista collaboro a diverse importanti testate, ho una rubrica settimanale di opinione sul quotidiano Il Cittadino e sono direttore responsabile della rivista “Writers Magazine Italia” e del “Delos Network”, il network di siti di Delos Books.
Romanzi
IRA DOMINI – Sangue sui Navigli (Mondadori)
Gengis Khan – Il figlio del Cielo (Mondadori)
Il segno dell’untore (Mondadori)
Roma in fiamme (Mondadori)
I Bastioni del Coraggio (Mondadori)
Carthago (Mondadori)
La compagnia della morte (Mondadori)
Operazione Copernico (Mondadori)
L’ombra dei ghiacci (Mondadori)
La stretta del pitone (Mursia)
China Killer (Marco Tropea)
Ombre nel silenzio (Solid)
Gli eretici di Zlatos (Nord)
Racconti
Saggi
Il prontuario dello scrittore (Delos Books)
Sceneggiature
RIS – Delitti imperfetti (Mediaset)
Distretto di Polizia (Mediaset)
Gengis Khan per la TV (Mediaset)
Giulio Cesare per la TV (Mediaset)
Lo abbiamo intervistato per inlibertà.it
- Franco, la tua biografia e bibliografia inibisce. Si riesce a fare tutto quello che fai e anche a scrivere? Come trascorri una tua giornata tipo?
Guarda, la domanda me la pongo tutti i giorni anch’io. E come te, persino io, quando rileggo la mia biografia e ricordo tutto quello che faccio, mi inibisco… A parte gli scherzi, si tratta di essere organizzati e di saper sfruttare i doni di natura che mamma ci ha messo nel sangue. Il mio è quello di saper produrre velocemente, e alla massima qualità, già in prima stesura, tutto ciò che scrivo, senza dover perdere troppo tempo a rivedere, correggere, riscrivere. Forse in questo mi ha aiutato il fatto di essere stato per vent’anni giornalista, e quindi di avere preso l’abitudine di scrivere ogni giorno.
Ecco adesso ne siamo certi: vieni da un altro pianeta!
- I romanzi storici sono il tuo forte (ops J). Sono interessanti e coinvolgenti. Come scegli il personaggio e il periodo storico che decidi di narrare?
Di solito cerco di scrivere di personaggi che hanno fatto davvero la Storia (come Annibale, Scipione l’Africano, Giulio Cesare, Nerone, Alberto da Giussano), oppure di scovare figure particolarmente originali che possano dare qualcosa di nuovo al thriller storico, genere in cui mi cimento ormai da qualche tempo. Studiando dunque documenti dell’epoca, frugando nei libri di storia, consultando biblioteche e archivi storici, non manca mai l’occasione di imbattersi in qualcosa di prezioso, che è quello che mi è successo quando, scartabellando alcuni documenti milanesi del 1500, ho scoperto la figura del notaio criminale, un funzionario del Tribunale di Giustizia di Milano che era una sorta di moderno commissario di polizia, magistrato e tecnico della scientifica in un colpo solo, e che mi ha dato la possibilità di creare il personaggio di Niccolò Taverna, protagonista dei due thriller storici di ambientazione milanese “Il segno dell’untore” e “Ira Domini”.
- Da lettrice ho apprezzato molto Gengis Khan, perché è un personaggio di cui si sa pochissimo in occidente. Un libro in cui violenza e sensualità di mescolano con naturalezza. A parte la coincidenza del probabile anno di nascita, come lo hai scelto?
Galeotto fu mio padre, che quando avevo dieci anni mi regalò un libro illustrato su questo condottiero. Quando vidi la cartina geografica che spiegava visivamente come l’impero conquistato da Gengis Khan fosse superiore per estensione a quello di Roma antica, Alessandro Magno e Napoleone messi insieme, per me fu amore a prima vista. Così cominciai a raccogliere materiale su materiale, e solo dopo altri vent’anni, quando finalmente ebbi la certezza di conoscere a fondo quel personaggio, decisi di cominciare a scriverne. Il processo durò a lungo, perché la storia di Gengis Khan è molto complessa e difficile da raccontare, ma poi finalmente il romanzo uscì, prima in due volumi del 2000, e adesso ripreso in un unico libro negli Oscar Bestseller. Da questa storia ho anche ricavato un documentario che andò in onda durante il programma “La macchina del tempo”, e che ancora oggi è possibile vedere sui canali Discovery. Un successo che credo meritato, perché Gengis Khan è un personaggio incredibile, e bastano appena le 700 pagine del mio libro per poterlo descrivere compiutamente.
- Parliamo di Nerone (Roma in fiamme) di cui fornisci una lettura insolita e affascinante che porta ad apprezzare un personaggio che la storia ha demonizzato. Sembra che tu senta una certa affinità con lui…
In realtà non ho fatto altro che recuperare in forma romanzata le più recenti scoperte in campo storico e archeologico sull’imperatore romano, che spiegano con chiarezza che non fu affatto il pazzo criminale che ci è stato dipinto per tanti secoli, né il persecuore di Cristiani che la tradizione cattolica del nostro Paese ci ha sepre imposto. Non fu lui a bruciare Roma, e di sicuro ha dimostrato di essere un genio innovatore in campo edilizio ed economico. Dopodiché, era quello che oggi si definirebbe un sociopatico, e dunque con grandi problemi caratteriali (ma non dimentichiamo che venne eletto imperatore che non aveva ancora compiuto 17 anni), circondato da personaggi molto forti che ebbero grande influenza su di lui, prima fra tutti la madre Agrippina. Il mio tentativo è stato quello di portare il lettore nella testa di Nerone, e fargli vivere il suo imperium in prima persona, per capire certe dinamiche psicologiche e di ragionamento di un uomo che si sentiva più cantante, ballerino e artista che re.
- Gialli, romanzi storici, racconti zombie, per non parlare delle collane Delos di cui sei il curatore ed editor e che spaziano dalla saga robot, all’erotico femminile e action. Qual è il genere che in assoluto ti fa sentire più a tuo agio?
Io bazzico bene un po’ tutti i generi, e dunque non ho difficoltà a scrivere fantascienza, erotici, storici o altro. Sono un lettore onnivoro, e scrivo di tutto, dunque non ho un genere specifico di riferimento, un porto sicuro in cui gettare l’ancora, se non forse quello che riunisce il crime alla storia, e dunque il thriller storico, in cui mi sto cimendando con sempre maggiore passione.
Passione assolutamente contagiosa per noi lettori!
- C’è fra i tuoi personaggi qualcuno in cui ti rispecchi di più? Ad esempio io ti vedrei bene nei panni di Niccolò Taverna.
Ovviamente tutti i personaggi primari dei romanzi di un autore hanno qualcosa del loro creatore, ma io credo che un buon scrittore debba essere capace di distaccarsi il giusto e rendere questi personaggi creature a se stanti, capaci di vivere vita propria e di non avere troppi cordoni ombelicali con chi tira le fila del loro destino. Dunque la risposta non può che essere vaga: mi rispecchio un po’ in tutti i miei personaggi. E forse in nessuno di loro…
- Veniamo a Niccolò Taverna, il protagonista dei due gialli sulla Milano del 1500 di cui l’ultimo uscito quest’anno. I suoi metodi somigliano a quelli moderni, ma con i limitati mezzi dell’epoca. Come ti sei documentato?
Ho raccolto tantissimo materiale su Niccolò Taverna e su come operavano i notai criminali nella Milano del 1500, e lo centellinerò libro dopo libro, visto che ho intenzione di scrivere parecchi romanzi con questo personaggio. Le tecniche investigative che descrivo nei miei romanzi sono tutte autentiche, documentate nei lasciti storici, e io mi sono divertito molto a confrontarle con quelle della polizia scrintifica moderna, trovando delle analogie incredibili, soprattutto sulle metodologie deduttive per ciò che riguarda la balistica, lo studio delle macchie di sangue, l’analisi del luogo del crimine. Tutta roba che oggi fa molto CSI, ma che nel 1500 era solo il prodotto delle capacità deduttive di pochi uomini bene addestrati. I notai criminali, appunto.
- Hai lavorato come sceneggiatore per Distretto di polizia, RIS – delitti imperfetti e la versione TV di Gengis Khan. Quindi per te la tv non ha segreti, ma quale dei tuoi romanzi vorresti vedere al cinema?
In realtà nessuno dei miei romanzi, lo confesso. Come autore ho soggetti e sceneggiature validi per il cinema e sto lavorando su questi progetti, come sto facendo con il film “Hamburger”, per cui pochi giorni fa abbiamo dato vita a una incredibile due giorni di casting, a cui hanno partecipato oltre 400 attori e aspiranti tali. Si tratta di un noir milanese molto duro e che potrà diventare anche una serie televisiva, se il lungometraggio avrà il successo che mi auguro. Il regista è Riccardo Recchia, firma nota della televisione, mentre i ruoli dei due attori protagonisti sono di Stefano Chiodaroli (il comico, che però ha una vena nera molto robusta) e della bellissima Jessica Polsky. Le musiche potrebbero essere di un grande artista internazionale, e se tutto andrà bene alcuni attori di rilievo avranno dei camei di spessore. Insomma, diciamo che per il cinema e la TV ho già abbastanza progetti nel cassetto da non dover scomodare anche i miei romanzi, che stanno bene sugli scaffali delle librerie.
- In Italia ci dicono che molti scrivono e pochi leggono. Un consiglio agli scrittori esordienti.
Purtroppo è così. Tutti scrivono pensando che sia facile, ma non si rendono conto che i segreti dei buoni romanzi e dei grandi scrittori, in realtà sono alla portata di tutti, se li si sa scoprire. Sono contenuti nei libri, e dunque basterebbe leggerli per coglierli e cercare di farli propri.
Ora qualche domanda stile Le Jene:
- Ultimo libro letto
“Le linee d’ombra” di Amitav Ghosh.
- Ultimo film visto
“Storia di una ladra di libri”.
- La tua vacanza ideale
Al mare. Su un’isola deserta. Ma con il Wi-Fi…
- La tua ultima vacanza
In Croazia in camper.
- Le 3 cose che guardi in una donna.
Il viso
Le gambe
Il sorriso
- Bionda o bruna?
Bruna.
- Reggicalze o autoreggenti?
Autoreggenti.
- La cosa più folle che hai fatto per una donna
Dirle: “Ti amo…”
- La cosa più folle che hai fatto in generale (fra quelle che si possono raccontare).
Licenziarmi, per ben due volte, da un ottimo posto fisso, per cercare di campare scrivendo.
E te ne siamo profondamente grati, visto il livello delle tue produzioni!
Grazie Franco per averci dedicato il tuo tempo e a presto sugli scaffali delle migliori librerie e tv…
di Patrizia Calamia
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