Jacopo Incani, in arte Iosonouncane, è un cantautore.
Nasce nel 1983 a Buggerru, in Sardegna, figlio di “pescatori e minatori”, nel 2002 si sposta a Bologna per studiare, qui inizia anche il suo percorso artistico. Fonda e suona con un gruppo musicale, gli Adharma, fino al 2007, anno di scioglimento.
Comincia quindi la sua attività solista, in particolare dopo la pubblicazione nel 2010 di La Macarena su Roma, un album che percepisce un buon successo di critica in tutta Italia. Seguirà nel 2015, dopo alcuni tour che lo porteranno nei palchi della Penisola, DIE (quest’album arriverà in finale per il premio Tenco). Gli anni successivi, fino tutt’oggi, si presentano carichi di attività artistiche: uno split coi Verdena, collaborazioni con Colapesce e Dino Fumaretto, fino alle più recenti con Paolo Angeli.
Iosonouncane è uno di quegli autori che, grazie al timbro vocale, lessico usato e attenzione alla musica, si dimostra identificabilissimo nei lavori pubblicati. Guardiamo al primo punto: dall’intervista di Fanpage.it Jacopo rivela l’influenza di Lucio Dalla e di Roger Waters, il primo per i toni tanto posati quanto enfatici, il secondo per l’emissione di suono quasi rabbiosa che emerge, per esempio, in Il Corpo del Reato o in Stormi.
Iosonouncane passa spesso da linee tranquille e riflessive a sound più aspri e drammatici, spesso arricchiti da sovraincisioni: l’aggiunta di linee vocali aumenta la gravità della lirica. Certamente tutte le variazioni vocali non sono mai esasperate o fuori luogo ma si attengono con perfezione al testo e alla narrazione proposta.
I racconti di Iosonouncane sono figure esplicative dello scenario contemporaneo o sfondi riflessivi di paesaggi ben descritti. L’intervista pubblicata su Ondarock.it rileva anche l’importanza che la letteratura ha avuto per i suoi testi, influenzandone il lessico impiegato nelle canzoni, sempre molto controllato e mai banale: «Che per un figlio appena dato uno nuovo tale e quale è ricevuto, e me lo ha chiesto, balbettando, di prendere in ostaggio il direttore di una qualche agenzia di viaggio, ma gliel’ho detto non c’ho le palle, non c’ho il coraggio» (da Il corpo del Reato) «Batte scirocco sulle prore, batte alle porte e prende il mare. Ogni giorno si sveglia e muore. Ogni giorno si sveglia e cade» (da Carne).
Sempre in un’intervista: “Tutto ciò che scrivo è autobiografico e non lo è allo stesso tempo”.
La stesura di testi elaborati e l’attenzione data alla vocalità non esclude la grande importanza conferita alla musica. Nei live la performance è accompagnata semplicemente dalla chitarra, nelle prodizioni in studio, invece, è vivo un impiego di numerosi strumenti musicali con particolare rilevanza di timbri elettronici.
L’accompagnamento è incisivo, elaborato e, soprattutto nel secondo album, è molto presente. Nella canzone Tancaoccupa più posto rispetto alla voce e conta numerosi musicisti, circa quindici per tutto l’album DIE che Iosonouncane registra in momenti diversi e arrangia quasi come un registra cinematografico. Si susseguono e si sovrappongono numerosi timbri, da voci gravi e gutturali, a trombe cristalline, chitarre acustiche e synth elettronici.
Per concludere, Iosonouncane è uno degli “ultimi arrivati” nel variegato spazio della musica italiana. Si è posto subito con intelligenza e talento e ha trovato riconoscimento negli ambienti più sofisticati e meno conosciuti, propri della corrente indipendente che attraversa la nostra Penisola da qualche anno a ‘sta parte.
Il grande lavoro impiegato dietro ogni brano sottolinea l’attenzione data a ogni dettaglio ma, a nostro sfavore, determina il lungo tempo che si dovrà aspettare prima di ascoltare qualche nuova uscita di questo autore.
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