Se oggi ci troviamo in una situazione sociale drammatica, con imprese che chiudono, case di nuova costruzione invendibili, disoccupazione globale a livelli storici, quella giovanile da record e un debito pubblico da far paura (oltre duemila miliardi di euro), la causa è una sola: la voracità e l’inadeguatezza dei nostri vecchi politici.
Senza fare distinzioni di colore, dai tempi in cui governava Andreotti, anni 60/70/80/, fino ad oggi, chi per un motivo, chi per un altro, gran parte della classe dirigente che ci ha governato negli ultimi cinquant’anni ha approfittato della fiducia e della ingenuità degli italiani. Facendo prevalere l’ingordigia, l’incompetenza e l’egoismo personale.
Tuttavia, gli errori perpetrati in quei decenni non sono solo quelli di chi a quel tempo governava insieme alla Democrazia Cristiana. Coinvolti in questo sfascio nazionale ci sono anche quelli che in quegli anni si sono succeduti all’opposizione, come il vecchio Partito Comunista e l’MSI, di cui i giovani militanti di allora sono oggi attempati deputati in Parlamento con altre casacche. Movimenti politici dalla faccia pulita, ricchi di valori e di ideali che però non hanno saputo fermare le ruberie, le connivenze e le concussioni.
Se poi passiamo ai vari fatti di cronaca accaduti in passato, rimasti sostanzialmente coperti da ombre, notiamo che anche in questi casi furono fatti errori macroscopici anche da parte di chi adesso ci ammonisce da scranni di prestigio.
Per mia memoria, partendo dai miei vent’anni, ricordo che al Ministero dell’Interno si sono succedute personalità di assoluto valore: SCALFARO avv. Oscar Luigi , dal 4 agosto 1983 al 29 luglio 1987, MANCINO avv. Nicola , dal 29 giugno 1992 al 19 aprile 1994, CIAMPI dott. Carlo Azeglio, (ad interim), dal 19 aprile all’11 maggio 1994, MARONI avv. Roberto, dall’11 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, JERVOLINO Rosa Russo , dal 21 ottobre 1998 al 22 dicembre 1999, BIANCO dott. Enzo, dal 22 dicembre 1999 al 31 maggio 2001, dall’11 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, SCAJOLA dott. Claudio, dal 10 giugno 2001 al 3 luglio 2002, PISANU dott. Giuseppe, dal 3 luglio 2002 al 17 maggio 2006, AMATO prof. Giuliano, dal 17 maggio 2006 all’8 maggio 2008, (fonte Min. Interno). Dal 1996 al 1998 anche Giorgio Napolitano, attuale presidente della Repubblica, fu ministro dell’Interno. Perché tutte queste personalità, pur avendo avuto in mano il coperchio della pentola Italia, non l’hanno mai scoperchiata?
Non che il Ministro dell’Interno, in quanto tale, abbia la verità in tasca non appena si insedi al Viminale ma, quantomeno, tutti questi nomi illustri avrebbero potuto aiutarci a capire qualcosa di più su quei fatti di cronaca rimasti incompresi per decenni. Penso alla strage di Piazza Fontana a Milano, a quella alla stazione di Bologna, alla bomba di via dei Georgofili a Firenze, al disastro di Ustica, alle stragi di Capaci e di via d’Amelio a Palermo. Questi fatti sono giunti a sentenze che hanno cercato di dare giustizia alla popolazione e, soprattutto, ai familiari delle vittime ma non hanno mai chiarito in modo esaustivo, senza ombre, le motivazioni, le cause e le vere origini di questi fatti di cronaca gravissimi. Insomma, non solo la pentola non fu mai scoperchiata ma non fu mai nemmeno denunciata una qualche anomalia del sistema.
Tornando ad oggi, ci si lamenta di avere un governo di larghe intese. Legittimo non essere d’accordo con la scelta fatta da Napolitano e condivisa da Pd, Pdl e centristi ma si dimentica che gli accordi peggiori non sono quelli fatti alla luce del sole per risanare l’irregolarità democratica di una classe politica egoista ma quelli attuati, evidentemente, con l’inganno negli anni passati. Quando i vecchi marpioni pubblicamente litigavano e in privato si accordavano ai danni di una popolazione semplice e fiduciosa.
In ogni modo, anche se stiamo pagando un tributo sociale pesante, penso che il peggio sia ormai alle nostre spalle e che grazie alle nuove generazioni di politici, alcuni attualmente al Governo ed altri in attesa di emergere con nuove consultazioni politiche, si possa essere ottimisti perché la luce in fondo al tunnel, pur se flebile, oggi si riesce a scorgere.
di Enzo Di Stasio
Nella foto (Alamy/Milestone Media) l’Anfiteatro di Taormina: doveviaggi.corriere.it
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