L’agenzia Bloomberg riporta una notizia proveniente dall’agenzia di stato nordcoreana Knca, secondo la quale, l’esercito della Corea del Nord avrebbe ricevuto il via libera per degli attacchi nucleari contro gli Stati Uniti, all’altezza del 38 parallelo.
La minaccia di Pyongyang è arrivata dopo la chiusura ai lavoratori del Sud del distretto industriale a “sviluppo congiunto” di Kaesong ed è scaturita dall’impotenza di istaurare un dialogo verbale, non belligerante .
Secondo alcune fonti infatti, il distretto di Kaesong , prima di adesso, non era stato tirato in ballo nello scontro in modo tanto violento anche perché aveva provato , ”tutti gli avvertimenti possibili”, incluse minacce di guerra nucleare e rafforzamento delle armi atomiche. Poiché tuttavia questi tentativi si sono rivelati infruttuosi, in Nord avrebbe deciso di tentare provocazioni più pratiche.
Agli operai è stato sbarrato l’accesso, suscitando lo stupore Usa, nonostante lo scenario sia stato prospettato più volte dalla Corea del Nord e Il ministro della Difesa di Seul, Kim Kwan-ji ha affermato che saranno vagliate tutte le possibilità, inclusa quella militare, qualora fosse messa a repentaglio l’incolumità dei lavoratori.
Ecco cosa si i legge su una nota formale circa le minacce statunitensi: esse verranno “annientate da mezzi di attacco nucleare più efficaci, piccoli, leggeri e diversificati. “La spietata operazione delle nostre forze armate rivoluzionarie ha superato a questo riguardo l’esame e la ratifica finale. Il momento dell’esplosione si avvicina veloce”.
In serata, dopo che il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel aveva affermato che le minacce nucleari di Pyongyang costituiscono un ”pericolo grave e reale” ma prima dell’ultimatum atomico di Pyongyang, Casa Bianca e Pentagono, avevano inviato il sistema di difesa Terminal High Altitude Area Defense Battery a Guam, nel Pacifico, al largo delle Filippine.
L’agenzia Knca riporta ”Nessuno può dire se una guerra esploderà o no in Corea e se esploderà oggi o domani’.
Intanto la portavoce della Casa Bianca, Caitlin Hayden ha declamato ”La Corea del Nord deve smetterla con minacce provocatorie e cercare di conformarsi agli obblighi internazionali”, definendo le recenti affermazioni di Pyongyang”non costruttive”. Si tratta di una ”nuova dichiarazione provocatoria che isola ancora di più la Corea del Nord dal resto della comunità’ internazionale e che sottolinea il bisogno di sviluppo economico”.
La Corea del Nord non si è tuttavia lasciata intimorire dai toni autoritari degli Stati Uniti e oggi ha bloccato nuovamente l’ingresso di lavoratori, merci e mezzi sudcoreani al distretto industriale di Kaesong.
Il ministero dell’Unificazione di Seul ha assicurato che delle 828 persone che hanno occupato tutta la notte il complesso, 222 persone e 137 veicoli dovrebbero far rientro al sud nel corso della giornata, ma un portavoce del Comitato per la riunificazione pacifica della Corea, che fa capo a Pyongyang, in una nota all’agenzia Knca, ha smentito la notizia: la Corea del Sud “non ha ancora compreso la situazione e sostiene che le misure non dureranno a lungo. Ma questa è una posizione velleitaria”-. Poi aggiunge che il complesso è “sull’orlo del fallimento perché Seul e i suoi mezzi di comunicazione si rifiutano di abbandonare i loro modi conflittuali e continuano a dire che noi non abbiamo il coraggio di fare nulla su Kaesong, perché è una ‘fonte di denaro'”. In mancanza dello stop agli “insulti”, Pyongyang potrebbe ritirare i suoi oltre 53.000 lavoratori”.
In risposta alla decisione del Nord, il ministero dell’ Unificazione sudcoreano ha promesso di garantire la sicurezza alle persone rimaste a Kaesong., che potrebbero essere tenute in ostaggio.
L’agenzia Yonhap, ha affermato che a fine serata solo 33 hanno avuto il permesso di partire facendo scendere a quota 822 il numero complessivo di lavoratori nel complesso. Il calo drastico dei rientri, rispetto ai 466 ipotizzati, è legato alle esigenze delle 123 aziende attive di garantire operatività. Precisiamo che il complesso di Kaesong rappresenta ad oggi una delle principali fonti di valuta estera per la Corea del Nord, ed è frutto del tentativo di cooperazione tra i due Paesi, con i capitali forniti dalle 123 aziende di Seul e la manodopera nordcoreana.
Aspre le critiche di Cina e Russia. Pechino ha espresso ”seria preoccupazione” e condannato tutte le ”azioni e le parole provocatorie” che minacciano ”la pace e la stabilità nella penisola coreana e nella regione”. La Cina si trova nella delicata posizione di voler frenare l’imprevedibile alleato e al tempo stesso evitare il crollo del regime di KimJong-un.
Mosca ha definito ”esplosiva” la situazione, mentre la Francia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
In giornata sono arrivate anche le critiche da Cina e Russia. Pechino ha espresso “seria preoccupazione” e condannato tutte le “azioni e le parole provocatorie” che minacciano “la pace e la stabilità nella penisola coreana e nella regione”. Mosca ha definito “esplosiva” la situazione. E la Francia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. I margini d’azione della Cina, tra la necessità di frenare l’imprevedibile alleato e di evitare il collasso del regime del ‘giovane generale’ Kim Jong-un, sembrano sempre più sotto pressione.
di Simona Mazza
foto: formiche.net
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