Negli ultimi tempi tv e giornali ci hanno bombardato delle tragiche vicende di cronaca nera in cui giovani ragazzi hanno perso la vita durante serate in discoteca. E sembra che quest’anno la droga, più precisamente l’ecstasy, sia tornata in voga nei locali italiani. In realtà, i dati mostrano tutt’altro. La droga c’è sempre stata così, come i morti per droga purtroppo, ma quest’estate i media ne hanno creato un vero e proprio caso sociale di cui parlare e discutere.
Come emerge dalla Relazione annuale 2014 della Polizia di Stato, i casi di morti per droga in realtà negli ultimi anni sono diminuiti: dai 1.002 del 1999 siamo passati ai 344 del 2013, anche se crescono i morti per incidenti stradali collegati all’uso di alcol e droghe. Per di più, l’Italia spicca per il decremento maggiore rispetto agli altri paesi europei. Perciò, dopo un picco di decessi correlati all’uso di stupefacenti negli anni Ottanta e primi Novanta, il trend di mortalità evidenzia un andamento progressivamente decrescente.
Ernesto Caffo, fondatore e presidente del Telefono Azzurro, spiega che l’attenzione di quest’estate sulle morti in discoteca non è data da un aumento di queste, ma da un improvviso interesse mediatico. «Sono casi sempre esistiti» afferma.
Un boom mediatico che ha acceso i riflettori sul problema dopo la morte di Lamberto Lucaccioni nel Cocoricò di Riccione, ed è continuato con la morte di Lorenzo Toma dopo una serata trascorsa al Guendalina, almeno finché l’autopsia non ha indicato in una malformazione cardiaca la probabile causa del decesso del 19enne leccese, e prosegue con il caso di Ilaria Boemi, colpita da un malore a Messina probabilmente a causa di droghe.
Sono sotto accusa perciò droghe e locali notturni. Sono però sempre i dati a smentire la convinzione che i morti per droga siano causati dalle discoteche, luogo di spaccio e assunzione; infatti nel 2013 è l’Umbria la Regione con il più alto tasso di mortalità correlata all’assunzione di droghe, pari a circa tre decessi ogni 100mila residenti, seguita da Valle d’Aosta, Sardegna e Marche. Strano perciò che non compaiano le più celebri regioni dello “sballo” italiano in questa lista. E ancora oggi la droga più letale sembra essere l’eroina con un 42,4% circa di casi di decesso ad essa riconducibili.
Bisogna perciò ridimensionare il fenomeno che vede l’estate 2015 come l’estate killer in cui i giovani italiani devono difendersi dalle tentazioni dei più celebri locali notturni. Droga e alcool ci sono e ci sono sempre stati, ma il problema, dati alla mano, non sembrano essere le discoteche, ma la vita quotidiana in cui nel 2015 ancora si muore per eroina.
di Arianna Orlando
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