Il più prestigioso campionato automobilistico del mondo sarebbe dovuto partire lo scorso 15 Marzo con il Gran Premio d’Australia, a Melbourne. Solamente il giorno prima delle qualifiche però, era arrivato l’annuncio della sospensione dell’evento, a causa della positività al Coronavirus di un membro del team McLaren. Tale episodio aveva inevitabilmente fatto scattare l’allarme in tutto il movimento della Formula 1, i cui leader erano, fino al quel momento, sembrati abbastanza scettici e distaccati riguardo il problema della pandemia. Così, nelle settimane successive arrivarono una dopo l’altra le sospensioni degli altri GP in programma dopo quello australiano, in alcune circostanze addirittura cancellazioni con appuntamento all’anno prossimo, come nel caso dell’amatissimo Gran Premio del Principato di Monaco.
Adesso, dopo quasi due mesi di riflessioni ed ipotesi, i vertici di Liberty Media (la società proprietaria della Formula 1) sembrano essere pronti ad esporre il programma sulla base del quale si riuscirà a disputare il mondiale 2020, nel rispetto delle misure per il contenimento del contagio, tutelando perciò la salute di piloti, meccanici e degli altri addetti ai lavori.
Entrando nel dettaglio, se non ci saranno ulteriori intoppi il campionato dovrebbe prendere il via il 5 Luglio con il GP d’Austria, rigorosamente a porte chiuse. Si proseguirà poi fino ad inizio Settembre con le altre gare in terra europea, per spostarsi successivamente in Asia, America ed infine in Medio Oriente, con l’ultima corsa della stagione che, come da tradizione, dovrebbe essere quella di Abu Dhabi, la quale potrebbe addirittura slittare ad inizio 2021. Secondo le indiscrezioni il totale oscillerà tra le 15 e le 18 gare, invece delle 22 previste inizialmente. Da intendersi che, secondo le indicazioni attuali, pare abbastanza verosimile che tutte quante le tappe del Mondiale saranno svolte senza la presenza di spettatori sugli spalti, seppure permane comunque la speranza di riuscire a far tornare il pubblico nei circuiti almeno per l’ultima parte di stagione.
Altra particolare soluzione che potrebbe essere introdotta è, per esempio, la disputa di alcune corse in “back-to-back”, ovvero lo svolgimento nel giro di una settimana di due gare sullo stesso tracciato, in modo da ridurre significativamente i tempi, ma soprattutto gli spostamenti di tutta la carovana delle scuderie impegnate. Stando ad alcune voci, ci sarebbe anche la possibilità concreta di “rispolverare” alcuni autodromi storici che hanno ospitato la Formula 1 in passato, e che possono rappresentare delle location utili per sostituire le gare da correre in zone che in questo momento sono particolarmente colpite dalla pandemia. Tra i circuiti papabili per un gran ritorno, ci sarebbe anche quello di Imola.
Tali proposte, già esposte in maniera informale dal CEO della Formula 1 Chase Carey, non sembrano entusiasmare proprio tutti, a partire dai piloti. Il campione del mondo in carica Lewis Hamilton, parlando ai microfoni di Sky Sport, ha mostrato un certo disappunto per un campionato che, a suo dire, qualora dovesse svolgersi con queste modalità, per forza di cose perderà gran parte del suo fascino: “Senza i fans ci sarà una sensazione di vuoto… non so quanto potrà essere bello per le persone guardarci dalla Tv”. E ancora, “Per noi piloti sarà come nelle giornate di prova, anzi forse anche peggio, perché almeno lì c’è gente”.
La strada per l’inizio del mondiale comunque, pare ormai tracciata, a maggior ragione se si guardano i danni che lo stop ha già prodotto e se si pensa a quelli ulteriori che la mancata partenza potrebbe generare. Nel bilancio del primo trimestre dell’anno pubblicato da Liberty Media, le perdite nei ricavi economici rispetto al 2019 sono addirittura dell’84%, a fronte dei soli 39 milioni di dollari incassati quest’anno, contro i 246 registrati nello stesso periodo dello scorso anno.
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