La forza rivoluzionaria della gentilezza

Se tratterai le persone per quelle che sono, resteranno quello che sono. Se le tratterai per quello che possono diventare, forse lo diventeranno… e noi dovremmo imparare a trattare ogni persona come se fosse la migliore persona della terra, anche con i gesti. Perché ogni essere umano è frutto di un miracolo.

Cos’è la gentilezza?

La gentilezza è l’espressione più delicata della bontà. E’ una manifestazione “introversa” che si può esprimere attraverso una parola, un gesto, o semplicemente ascoltando chi ci sta di fronte. 

Essa presuppone empatia e profondo rispetto ma oggi purtroppo questo concetto è poco in linea con la nostra società, dove prevalgono modelli individualisti, poco altruisti.

Essere gentili ci espone, perché mette a nudo le nostre caratteristiche individuali e si fonda sulla sensibilità verso gli altri.

Talora può essere scambiata per debolezza.

Eppure un atteggiamento gentile contribuisce a rendere le nostre giornate migliori, sia dal punto di vista professionale sia umano.

Come?

Il processo della gentilezza inizia rompendo le barriere interne che ci separano da noi stessi, per poi proseguire espandendo l’attenzione sul prossimo.

Solitamente adottiamo uno stato mentale fatto di completa opposizione, che innesca una reazione a catena di chiusura totale.

Utilizzare l’atteggiamento virtuoso della gentilezza invece, non solo ci porta a contrastare la negatività generata dai nostri stessi pensieri, ma rimuove la nostra aderenza ad uno stato d’animo controproducente ed innestando il medesimo processo negli altri.

Perché la gentilezza è rivoluzionaria? 

Quando siamo arrabbiati perdiamo tanta energia ed ogni impresa sembra titanica.

Di contro, quando siamo in armonia con noi stessi e con il mondo, tutto diventa più facile.

Ciò avviene perché la gentilezza porta energia nel cuore e lo fa utilizzando la frequenza più bassa, quella delle note musicali, dell’armonia.

Con la gentilezza si può cambiare il mondo?

Nella vita ci vuole il giusto equilibrio e probabilmente un mondo fatto solo da persone gentili sarebbe un mondo un pò “artificiale”. Eppure, per quanto possa sembrare un concetto utopico e contrario alla natura umana, se riconosciamo la forza della gentilezza abbiamo uno strumento in più per le mani, in grado di rivoluzionare il nostro stimolo alla risposta.

La gentilezza come approccio 

L’11 ottobre 1962, al termine della fiaccolata che concluse la giornata di apertura del Concilio ecumenico Vaticano Giovanni Paolo XIII pronunciò le seguenti parole “Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona”.

Visualizzazione e… 

Il suo discorso abbondava di gentilezza, ebbene anche noi attraverso la tecnica della visualizzazione possiamo creare nella mente un nostro personalissimo simbolo della gentilezza: il sorriso di un bambino, un fiore, un tramonto, la luna che si specchia sul mare e via discorrendo, da utilizzare nell’arco della giornata quando sentiamo che la nostra energia ci sta trascinando verso il basso.

Importante è che ci ricordiamo sempre il simbolo della dolcezza al fine di risvegliare la nostra saggezza.

Meditazione

Alcune pratiche contemplative sono state concepite per enfatizzare i punti di forza e le qualità specifiche di chi la pratica.

Attraverso la meditazione saremo in grado portare in superficie questo potenziale quasi sempre soffocato dai dettami della società e dal pensiero negativo e impareremo a coltivare l’amore e la gentilezza nella maniera più sublime.

“ Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione”. (K. Gibran)

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