Sui social network spesso girano immagini cruente, notizie false, che hanno solo un effetto diseducativo. Sui social network, molte volte si ritrovano persone, anche con profili falsi, pronte a denigrare, offendere e millantare. Anche questa è violenza. Anche questi sono soprusi.
Per fortuna ogni tanto si trovano anche notizie educative che lasciano il segno come la lettera scritta da un Assessore Comunale ai Servizi Sociali all’indomani di una maxi squalifica di dirigenti della squadra locale, ai quali è stato addirittura notificato un pesante DASPO (divieto di frequentare i campi sportivi durante le gare ufficiali).
Chiaramente dobbiamo aspettare l’esito dei ricorsi per esprimere giudizi in merito, anche se la giustizia sportiva ha dimostrato di avere grandi lacune e sempre meno credibilità.
Resta il fatto, inconfutabile di come sia stato diseducativo assistere a proteste esagerate e inopportune nei confronti della terna arbitrale in una giornata che doveva essere festosa, atteso che si ritornava a giocare nel campo comunale dopo tantissimo tempo.
Perchè dunque pubblicare la lettera che segue nella nostra rubrica?
Semplice perché condividiamo pienamente il contenuto della lettera che si ispira ai principi cui questa rubrica è legata: LA LEGALITA’ NON E’ UN ABITO!!!
La MERITOCRAZIA, aggiungiamo noi non è una parola desueta.
di Domenico Di Conza
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LA LEGALITA’ NON E’ UN ABITO
I percorsi di vita fanno la differenza.
All’età in cui certi soggetti bighellonavano e non riuscivano nemmeno a conseguire un diplomino di scuola secondaria, io mi sono diplomata col massimo dei voti.
All’età in cui i soggetti “ut supra” cominciavano a strusciare i piedi in qualche oscura segreteria di partito, io mi sono laureata in tempi brevissimi.
Mentre loro si arrangiavanoper campare di politica, io ho scalato i gradini della carriera del Ministero della Giustizia, campando di diritto e di legalità e vincendo un concorso dietro l’altro.
Da sola.
Sono figlia di un piccolo commerciante e di una sarta.
E NE SONO FIERA.
Non mi ha aiutato nessuno.
MAI.
Ho creduto nelle mie sole forze e nel principio di legalità.
Sì, amici, avete capito bene: ho campato di legalità.
DA SEMPRE.
Con i fatti, non con le chiacchiere.
E questa non è alterigia e non è presunzione, come potrebbe dire qualche ignorantello “de noantri”, di quelli che tale padre tale figlio, ma la ricognizione di uno stato di fatto.
LA LEGALITA’ NON E’ UN VESTITO VESTITO BUONO, QUELLO CHE SCEGLIETE IL LUNEDI’, MA SOLO SE C’E’ CONSIGLIO COMUNALE.
La domenica no, è più efficace l’abito da bullo, mette più paura.
La cattiveria si intuisce tutta, i limiti dell’agire e del pensare di essere più i forti anche.
E’ per quei limiti che la gente non vi ha voluti più e, non vi fate illusioni, non vi vorrà mai più.
La storia può andare solo avanti.
E dimostrate, coi fatti, il risentimento che provate per la donna, la professionista, l’amministratore che non ha chiesto niente a nessuno.
Soprattutto non ha chiesto niente a nessuno di voi.
Vi brucia, ora, che mi siano state riconosciute delle qualità?
La gente, perché è la gente che fa la storia, vi ha compresi benissimo.
A differenza vostra, io ho campato e camperò di diritto e di legalità.
La politica, che a voi senz’arte e senza parte è servita per mangiare, per me è solo una parentesi.
La legalità e il diritto non sono un abito.
Se lo fossero, statene certi, non sapreste nemmeno da dove infilarlo.
Avv. Mariella Di Monte
(Lettera pubblicata su Facebook nella pagina personale di Mariella Di Monte con autorizzazione alla pubblicazione da parte della stessa autrice)
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