Lo sappiamo, non occorre fingere, era solo per poter leggere di questo vizio, che avete seguito il percorso per 6 lunghi, speriamo non noiosi, giorni e ci siamo arrivati! Iniziamo la settimana con il principe dei vizi, quello di cui tutti sperano di essere affetti.
Tenuto volutamente per ultimo perché è il vizio a cui nessuno di noi, istintivamente e animalescamente, vuole, e può, rinunciare.
La definizione ufficiale recita: desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a se stesso. Anche letta non sembra tanto male. Dov’è il problema? Dove, e da chi, è stato retrocesso al rango di attività da condannare quando è così innaturale privarsi del piacere che ne deriva?
Una mano che scivola curiosa lungo un corpo nudo tracciando invisibili percorsi di piacere, labbra che si dischiudono, mani che si cercando, gambe che si allacciano, respiri affannosi e affamati. Chi, in momenti del genere non si sente in pace col mondo? Sono chi nega a se stesso tali esperienze può pensare di demonizzarle.
Se ciò non bastasse è universalmente riconosciuto che praticare con regolarità l’attività amatoria ha effetti benefici sull’organismo e sulla sua salute fisica e mentale. Chi ama è in forma e propenso al sorriso, indulgente con se stesso e col prossimo. Potrebbe essere prescritta dal medico una serata di sane follie, con tanto di ricetta mutuabile!
Viziatevi dunque! Fino allo sfinimento…
di Patrizia Calamia
foto: letteradonna.it
Come dissentire? La lussuria è – come rivela il suo etimo – un lusso, annoverato ingiustamente tra i vizi, solo perchè non tutti possono permetterselo. Sapienza e benessere impongono però non già di condannare chi la pratica, bensì di compatire ed aiutare (a cambiare idea o quantomeno abitudini) chi se astiene. Saggiamente ammoniva il marchese De Sade che “Solo per colpa di cristiani impostori, la lussuria è stata classificata tra i crimini”