“La perfezione nella verità dei prescelti”

In politica, come nella vita, ci sono persone che passano gran parte della giornata a sostenere tesi e teorie, magari solo ascoltate da altri e non approfondite, secondo le quali ciò che esse sostengono sono sempre le idee più vicine alla verità o, addirittura, fonte della perfezione mentre il resto è ciarpame. Parlo di quelli che non sbagliano mai e che credono di avere la verità in tasca. Questi individui hanno la percezione della propria vita in maniera assolutistica e dettano il proprio modo di vedere come fosse la linea guida di rettitudine. Credendo anche che ciò che la propria ottica riesce a vedere sia sintomo di giustezza e di oggettività mentre distorta e sfocata la visione altrui. Queste persone appaiono scostanti alla maggioranza delle proprie conoscenze ma, inconsapevolmente o orbi delle proprie azioni inesatte, probabilmente perché mai messe in discussione, continuano imperterrite a professare il loro credo come fossero i nuovi messia, disinteressandosi e disprezzando le opinioni altrui. Questo modo presuntuoso di porsi nei confronti dell’altro ha però un riscontro positivo verso “l’imperfetto”: crea terra bruciata nelle vicinanze del “prescelto” e permette agli altri di sentirsi più assennati di quanto davvero siano.

In relazione a questa mia breve considerazione ci sono le citazioni di due illustri filosofi tedeschi che fanno riflettere sul contenuto sopra scritto: quella di J.G. Fichte, il quale diceva “la perfezione non è essere perfetti, ma tendere continuamente ad essa” e la tesi di F. Nietzsche che sosteneva “Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui”.

Enzo Di Stasio

Nella foto “La Bocca della verità”, Basilica di S. Maria in Cosmedin a Roma: www.info.roma.it

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