C’è un governo da salvare. O una finta immagine di stabilità da salvaguardare. Il compromesso storico degli anni 2000 vive ogni giorno con alti e bassi e con bordate a destra e sinistra. Ma va avanti. Quanto durerà questo Interregno Letta?
Dopo gli attacchi di Monti, le cadute rovinose di Berlusconi, oggi inguaiato da grane giudiziarie e morali, l’esecutivo non fa a tempo a decollare che viene subito affondato nuovamente dall’ennesima situazione imbarazzante di questa legislatura, bloccata nella laguna di maggioranze e colpi di coda.
La questione Santanché in questi giorni tiene banco ed alimenta le discussioni interne ai partiti politici. Sulla sua “probabile” nomina a vice presidente della Camera dei Deputati, il governo Letta è di fatto, ancora una volta con le spalle al muro. E il mancato incarico alla “pitonessa” ha mandato sulle furie il Popolo della Libertà che nella giornata di martedì sperava di arrivare a dama con una maggioranza di consensi.
Invece la maggioranza ieri si è spaccata e l’elezione è stata rinviata a data da destinarsi. Il Pd, che riteneva la candidatura della Santanché indigeribile, si è preso del tempo per ragionare meglio su un possibile nome valido a Maurizio Lupi, ex vicepresidente della Camera, oggi diventato Ministro delle Infrastrutture.
Per il Pdl, come sottolineato da Alfano e Brunetta, la persona indicata rimane sempre la Santanché che a sua volta, tramite il suo profilo Twitter, ha cinguettato: “Con questa maggioranza, tutto si rinvia nulla si decide”.
Questa spaccatura, che potrebbe diventare sempre più profonda e ridicola, soprattutto per il partito che sarà costretto a piegarsi agli eventi, non è certo il miglior biglietto da visita che il governo Letta potrà esporre nei prossimi giorni quando sarà costretto ad un nuovo esame per la fiducia.
di Francesco Curreri
foto: Diretta News
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