Il progetto di riordino della Croce Rossa, ereditato dal precedente esecutivo, è stato portato avanti dal Ministro della Salute Balduzzi attraverso un Decreto Legislativo che ora prevede la privatizzazione dell’Ente pubblico accompagnato da forti riduzione del personale, da dubbi sulla permanenza in servizio dei precari, e che comporterà gravissimi riflessi occupazionali a livello nazionale.
Il 28 giugno scorso il Governo ha dato l’avvio a quello che era un semplice “Riordino della Croce Rossa Italiana”, quale Ente pubblico, che invece è stato completamente stravolto fino a prevedere la privatizzazione totale dell’Ente contenuta nel Decreto Balduzzi e in corso di esame finale da parte delle Commissioni di Camera e Senato.
La Sig.ra Sandra Zacaglioni, Presidente dell’Associazione Nazionale Cremona (Onlus), che si prefigge, tra gli altri scopi, anche quello di tutelare gli interessi morali e materiali dei soci militari delle Forze Armate e dei Corpi Ausiliari, dei simpatizzanti e dei loro familiari, ha preso posizione in quanto nel decreto è drasticamente prevista anche la smilitarizzazione del personale militare del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana (in servizio meno di 1.200 effettivi coadiuvati da oltre 22.000 riservisti militari volontari presenti in tutta Italia che intervengono gratuitamente in caso di necessità). Se il decreto avrà attuazione, dopo una breve mobilità, si avrà la cessazione di ogni rapporto lavorativo con gravi ripercussioni sulle loro famiglie in caso di perdita del posto di lavoro ed il conseguente delinearsi di nuovi “esodati”.
La Presidente dell’Associazione Nazionale Cremona, oltre ad inviare un appello al Capo dello Stato (sotto il cui Alto Patronato è posto la Cri) per evidenziare le incongruenze di questo decreto, ha interessato recentemente anche i Presidenti della Camera e del Senato e numerosi parlamentari. In questo contesto di gravità evidenziata il Presidente FINI, attraverso i suoi uffici, ha risposto che la proposta dell’Associazione per salvare il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana è stata inviata alle Commissioni per le valutazioni possibili.
Anche l’Ordinario Militare per l’Italia ha espresso la sua vicinanza al personale militare e ai volontari militari del Corpo Militare della CRI visto il delinearsi di uno scenario preoccupante per gli appartenenti e le loro famiglie.
Il Corpo Militare della CRI, che esiste da oltre 150 anni a fianco delle Forze Armate, in tempo di guerra e di gravi conflitti armati, genera risparmi per lo Stato per circa 2,1 milioni di euro l’anno svolgendo corsi qualificati (1) gratuiti (sanitari, di primo soccorso, rianimazione cardiopolmonare, ecc.), svolti a favore di oltre 3536 militari (2) delle Forze Armate e oltre 2000 supporti operativi gratuiti con medici e infermieri ai vari Corpi Armati dello Stato (3), si è sempre distinto nelle operazioni di soccorso in territorio estero (oltre tredici missioni internazionali negli ultimi anni con medici, infermieri e logisti) e in Italia (ultimo impiego nel sisma in Emilia Romagna), riscuotendo consensi, plausi e onorificenze dalla storia del Risorgimento sino ad oggi con la sua bandiera pluridecorata.
Dire quindi che il decreto in questione suscita forti perplessità e contraddizioni sui contenuti e sulle modalità attuative è forse dir poco, l’obbiettivo iniziale di un semplice riordino dell’Ente pubblico umanitario più grande e prestigioso d’Italia si è trasformato invece in una privatizzazione totale che non risolve i problemi, scontenta gli oltre 150.000 volontari e getta una luce di sconforto sulla possibilità di conservazione del posto di lavoro di 4.000 dipendenti militari e civili, tra cui i precari, e le famiglie tutte.
Che vi fossero notevoli problemi già al varo del decreto era apparso subito evidente, tutto si è complicato quando in un documento tecnico presentato alla Commissione Bilancio della Camera (datato 5 settembre), si avanzano grossi dubbi e perplessità sulle cifre del Decreto Balduzzi: nella relazione allegata al decreto risultano dati difformi; vengono indicati 180 milioni di finanziamento dello Stato alla Cri, quando in realtà ne risultano 103 milioni, viene evidenziato che non vi sono effetti sulla finanza pubblica mentre la privatizzazione servirebbe per diminuire i fondi pubblici attraverso la forzata riduzione del personale, si avanzano anche critiche circa l’eventuale transito del personale dalla CRI ad altri Enti pubblici poiché ovviamente si avrebbero oneri a carico dello Stato; tutto non accompagnato da procedure di verifica e di contabilizzazione dei risparmi effettivi.
Anche sul patrimonio immobiliare oggetto anche di lasciti, donazioni, vengono avanzate ombre su quelli effettivamente utilizzabili poiché non si hanno informazioni circa i presumibili valori di vendita e perché parte del patrimonio è utilizzato dalle sedi stesse della Cri. (4)
Non è un caso che lo stesso rappresentante del Governo in una delle sedute ha ritenuto di chiedere egli stesso alla Commissione Bilancio un rinvio dell’esame del decreto, motivato proprio da questo imbarazzo.
Insomma un bel pasticcio che si trova ad essere amplificato anche dalle polemiche innescate in ambito parlamentare dopo l’intervento di alcuni Onorevoli che sottolineano il proprio giudizio fortemente contrario allo schema di decreto legislativo in esame che si muove in una direzione opposta rispetto a quella della tradizione della Croce Rossa. Il contenimento delle spese costituisce un falso problema poiché l’ente di diritto pubblico di per sé non costa più di un ente di diritto privato; non è cruciale lo stato giuridico che si intende assegnare all’ente Croce Rossa, ma le funzioni che esso deve espletare e la Croce Rossa non può essere considerata una associazione di promozione sociale, essendo le funzioni indicate nella Convenzione di Ginevra.
Anche altri senatori si associano e confermano che la proposta di riforma della Croce Rossa presentata dal Governo suscita profonde riserve.
Insomma molteplici sono risultati gli interventi bipartisan ed in questo contesto molte sono state le voci a difesa di questa antica istituzione nata in Italia sui campi di battaglia di Solferino.
Queste angosce e le preoccupazioni di cui sopra – prosegue la Presidente – sono condivise soprattutto dalle famiglie dei militari della Croce Rossa che sostengono moralmente i loro cari, non dimenticando le difficoltà incontrate da quei militari che si sono gravemente ammalati o sono deceduti per patologie contratte in servizio coerenti agli alti ideali di Patria, e per gesti di generosità, nel rispetto dei sette principi di Croce Rossa.
L’invito che giunge forte dall’Associazione è che il decreto venga ritirato come da più parti auspicato per evitare che la Croce Rossa Italiana non venga ridotta al ruolo di una piccola associazione di volontari svuotata, siano invece valorizzati i volontari e i dipendenti in quanto vero patrimonio dell’Associazione, si chiede che dopo una serie di interminabili commissariamenti si possa finalmente eleggere un Presidente, che rappresenti la volontà di riscatto degli oltre 150.000 associati e dipendenti civili e militari, dando luogo ad una riforma che sia espressione delle volontà di chi lavora, opera e fa volontariato a favore dei più deboli e dei più bisognosi.
Un appello al Ministro Balduzzi: quale tecnico si dimostri sensibile ed imparziale e con un atto risoluto ritiri il decreto rispettando la volontà di quanti non vogliono la privatizzazione e credono sia opportuno lasciare che la proposta di riordino parta dagli Organi democraticamente eletti dalla C.R.I. per scongiurare che la bandiera della Croce Rossa Italiana, che ha sempre sventolato nei vari scenari mondiali rappresentando neutralità e l’enorme umanità degli Italiani, venga definitivamente ripiegata e riposta.
Sandra Zacaglioni (Presidente Associazione Nazionale Cremona)
Tutti i numeri del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana
ORGANIZZAZIONE
Compiti
In tempo di guerra: soccorre, cura e assiste vittime civili e militari, si occupa della difesa sanitaria antiaerea e del servizio ricerca e assistenza ai prigionieri di guerra, agli internati, ai dispersi, ai profughi, ai deportati e ai rifugiati, svolge attività sanitaria nell’ambito della difesa civile.
In tempo di pace: mantiene in attività i vari Centri di mobilitazione, le Basi logistiche, cura l’efficienza delle dotazioni sanitarie in dotazione, addestra e aggiorna il personale, organizza corsi qualificativi di primo soccorso e auto-protezione sanitaria al personale delle FF.AA. e dei Corpi dello Stato, diffonde il diritto internazionale umanitario, concorre all’assistenza sanitaria in manifestazioni, grandi eventi ed esercitazioni militari, interviene in caso di calamità naturali o disastri in scenari nazionali o esteri, svolge soccorso sanitario di massa in conflitti o catastrofi.
Dislocazione sul territorio
n.1 Ispettorato Nazionale, n.11 Centri di Mobilitazione e centinaia di Nuclei Arruolamenti e Attività Promo;
Strumenti Operativi
Il Corpo Militare opera attraverso l’impiego di Reparti, Unità e Formazioni campali, raggruppamenti e gruppi sanitari mobili, ospedali da campo attendati e in container, treni ospedali, posti di soccorso attendati ed accantonabili, reparti di soccorso motorizzati, e con una serie di strutture sanitarie campali e di supporto, per evacuazioni sanitarie tattiche, strategiche e di protezione civile organizzate come segue:
– 12 tra Ospedali da campo attendati, Ospedali in moduli prefabbricati abitativi e Ospedali in container;
– 5 tra Nuclei Sanitari Mobili, 3 Postazioni Sanitarie, 2 Nuclei per la Decontaminazione e Bonifica
– 3 Nuclei Trasporti Logistici e vari, 1 Nucleo Potabilizzazione e Sale operative mobili per il coordinamento soccorsi
Il Personale
Gli iscritti al Corpo Militare “chiamati in servizio, sono militari e sono sottoposti alle norme della disciplina militare e dei codici penali militari”. Ai sensi dell’art. 985, comma 2 del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 90 “il personale chiamato in servizio, porta le stellette a cinque punte come segno dello stato giuridico militare”. Il Corpo è composto da militari in servizio continuativo, a tempo determinato i cui stipendi sono a carico della Cri, e da personale in congedo come di seguito:
- 838 tra Ufficiali, Sottufficiali e graduati di Truppa in servizio continuativo
- 362 tra Ufficiali, Sottufficiali e graduati di Truppa in servizio a tempo determinato
- 21.000 i volontari militari richiamabili per addestramento, gravi emergenze o pubbliche calamità, arruolati su base volontaria con figure altamente specializzate (medici, psicologi, chimici-farmacisti, commissari, infermieri, soccorritori e logisti), pagano una quota sociale annua alla Cri e godono di elettorato attivo e passivo
Connessioni al diritto di Ginevra
Non sussistono motivi di incompatibilità alla presenza del Corpo Militare Cri all’interno del Movimento Internazionale di CR dall’esame della normativa nazionale ed internazionale. Il 24 maggio 2011 il Sottosegretario alla Difesa con delega alla Croce Rossa – a chiarimento – ha affrontato tali tematiche in occasione di un incontro con il Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Interventi di Soccorso in Italia e all’estero
In Patria – Dal risorgimento ad oggi ha effettuato tutte le operazioni di soccorso (ultimo il sisma in Emilia Romagna).
All’estero– Presente negli scenari di Bosnia e della ex-Jugoslavia (1997); in Albania (1999); in Kosovo (1999-2003); in Eritrea (1999-2005); in Iraq (2003-2006); Sri Lanka (2004-2005); Pakistan (2005); in Tunisia (2011); negli Emirati Arabi Uniti nelle missioni ISAF e Enduring Freedom (2002 a oggi); in Afghanistan (Herat) a completamento degli assetti sanitari del contingente internazionale ivi schierato, sei missioni internazionali (2008 a oggi).
Negli ultimi 10 anni il Corpo Militare è stato impegnato in 13 operazioni internazionali di cui 6 a fianco delle Forze Armate e 7 missioni in aiuto a popolazioni estere.
I Finanziamenti
8,5 milioni di euro il contributo dello Stato per l’organizzazione del Corpo Militare della CRI;
2,0 milioni di euro risparmiati dallo Stato sotto forma di contenimento della spesa pubblica (2011) di cui:
1,1 milioni di euro il risparmio delle Forze armate e dei Corpi dello Stato per formazione sanitaria dei propri uomini;
900 mila euro risparmiati dalle Forze Armate e dalle Prefetture per l’impiego di assetti sanitari forniti allo Stato.
I Numeri in Pillole
21.000 militari CRI in congedo, materiali e mezzi della massima efficienza;
11.000 i militari delle Forze Armate e dipendenti delle forze dell’ordine che sono stati formati (2011);
3.000 appartenenti al Corpo militare impiegati (2011);
2600 militari CRI impiegati per altre attività operative della CRI in territorio nazionale ed internazionale (2011);
900 richieste delle Forze Armate per supporti in attività operative e per addestramento (2011);
La Bandiera
Al valor militare; 2 Medaglie d’argento, 1 medaglia di bronzo Al valor civile; 1 medaglia d’oro, 1 medaglia di bronzo Al merito; 1 medaglia della sanità pubblica, 1 medaglia d’oro al merito civile, 1 medaglia d’argento al merito civile, 1 medaglia di bronzo al merito civile, 1 gran croce al merito della Cri per i servizi di guerra con palma, 1 gran croce al merito della Cri, 1 medaglia al merito della Cri per servizi di guerra con palma.
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