Sicuramente l’acqua è dei quattro elementi quello più presente nella speculazione simbolica, forse perché può essere amica e nemica, apportatrice di vita come di morte, fecondatrice e distruttrice. L’acqua assomiglia all’anima dell’essere vivente: è irrequieta, non ha principio, non ha fine.E’ fiume e mare, è dolce e salata, è nemica ed amica, è confine e infinito, è principio e fine. Nella sua imprevedibilità possiede tanto la calma, la gravità e la profondità abissale della Terra, quanto l’inquietudine dell’Aria e la mobilità del fuoco. E’ energia fecondatrice, ma anche purificatrice e implica sempre una trasformazione, una rinascita.
La materia vivente iniziò dall’acqua la sua avventura nel nostro pianeta; l’uomo vive nel liquido la sua formazione iniziale; l’acqua costituisce la quasi totalità della materia vivente. Logico quindi che già all’alba del pensiero razionale e di quello simbolico l’uomo percepisse, per immediata intuizione, la fondamentale importanza dell’acqua nel ciclo vitale. E agli inizi della filosofia occidentale individuò proprio nell’acqua il principio di tutte le cose, constatando che l’elemento liquido è presente ovunque è presente la vita. Dalla biblica Genesi alla mitologia Indù, al Corano, l’Acqua è citata come luogo di nascita delle creature animate e inanimate dell’Universo. L’Acqua viene espressa come principio cosmico femminile, anima del Mondo, Madre per eccellenza, generatrice di vita. Il suo stato liquido la rende libera da qualsiasi vincolo e le dà la capacità di trasformarsi e assumere qualsiasi forma. È elemento dinamico, che scorre e può generare trasformazioni, rappresenta il flusso del divenire. In nessun momento è uguale a se stessa.
Ma l’acqua è rappresentata anche come elemento negativo, e spesso nelle antiche leggende è anche popolata di misteriose e terribili creature che possono simboleggiare gli strati profondi e inconsapevoli della personalità, l’inconscio. Basti solo ricordare come Omero intenda le figure mitologiche delle Sirene, dei mostri marini Scilla e Cariddi, e Poseidone, dio del mare, che incarna il carattere permaloso e irascibile degli dei. Il mare incuteva paura e rappresentava l’ignoto e forse per questo l’acqua si carica anche di un simbolismo che ne fa il confine tra la vita e la morte (il mondo non conosciuto, che incombeva all’orizzonte), tra la creazione e il nulla (la terra e gli abissi inesplorati) e per questo molte culture antiche pongono l’acqua a separazione del mondo dei vivi da quello dei defunti. (il fiume Stige).
Pochi temi coinvolgono tutti così in profondità come quello dell’acqua. Molte sono le leggende greche e latine di persone trasformate in fonti purificatrici e molte, in quelle culture, sono le fonti oggetto di culto e/o dotate del potere di risanare gli infermi. Anche oggi svariati sono i culti di salute legati alle acque sorgive in una vasta area che va dall’Estremo Oriente (l’immersione nel fiume Gange) all’Occidente cristiano.
Ma è soprattutto per le capacità purificatrici e di rigenerazione che l’acqua ha presenza rilevante nei miti ed in quasi tutti i rituali religiosi. Aspersioni e immersioni permettono all’uomo di liberarsi dai peccati commessi e di iniziare così una nuova vita o una nuova e più evoluta fase dell’esistenza. Poiché i miti della creazione di tanti popoli fanno emergere la terra dalle acque, così l’emersione, che segue ad un immersione, ripete simbolicamente ogni volta un processo di rinascita. tra gli esempi più vivi di questa concezione c’è quello del diluvio universale rintracciabile in moltissime civiltà antiche. Il diluvio, ossia la distruzione di ogni forma di vita impura attraverso l’acqua, nasce dall’ira dell’Essere Supremo che decide di dare vita ad un nuovo mondo in cui gli uomini siano mondi dai peccati dei loro predecessori. E’ un motivo presente nella tradizione orale e scritta di moltissime comunità mondiali, che ha certamente ha anche un significato simbolico. Nella mitologia sumera il diluvio è inteso come l’evento sacro che divide il tempo in ante-diluviale e post-diluviale. La mitologia maya utilizza tre diluvi per distinguere quattro ere del mondo, vissute da quattro diverse umanità. Anche la tradizione ebraica attribuisce la causa del diluvio alla cattiveria degli uomini e racconta il cataclisma nella Bibbia. L’eletto che si salva è il simbolo dell’uomo rigenerato che dà inizio ad una vita totalmente nuova. È importante notare che le tradizioni più svariate insistono su un punto comune: la presentazione del ciclo degenerazione-generazione, sempre con la presenza dell’elemento acqueo, inteso come morte-vita: la vita, dunque, si congiunge con la morte per dare origine ad una nuova vita. Tutta l’umanità deve passare attraverso la morte per rigenerarsi.
Leonardo Comple
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