Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, parlando con i giornalisti ad Alessandria, ha affermato che «la Tav è la madre di tutte le preoccupazioni. Lavoreremo anche per il Piemonte». La Cancellieri è preoccupata soprattutto per la questione dell’ordine pubblico, date le resistenze dei No Tav, e per le possibili infiltrazioni delle Brigate Rosse all’interno del movimento di protesta.
Quello di cui il ministro dovrebbe però preoccuparsi è perché un’opera così importante per il futuro del Paese sia così tenacemente contestata. I contrari alla costruzione dalla linea veloce fra Lione e Torino hanno portato numerose questioni in difesa delle proprie convinzioni. I No Tav temono infiltrazioni mafiose. E’ infatti già successo che gli appalti per le grandi opere pubbliche siano arrivati alle cosche, come nel caso del mondiale di Italia ’90. La prima preoccupazione del governo dovrebbe perciò essere quella di evitare che ciò si ripeta nel caso della Tav.
Lo “spostamento su rotaia delle merci che viaggiano su TIR”, dichiarano i NoTav, è smentito dalla stessa LTF e dall’Osservatorio governativo. Si prevede infatti un enorme aumento dei traffici con la Francia via strada ed ancora maggiore via ferrovia: la diminuzione dei camion è quindi solo in percentuale, e tale fatto è stato sfruttato a scopo propagandistico. In un Paese come il nostro, in cui la quasi totalità delle merci viaggia su ruota, è auspicabile anche solo una minima riduzione del traffico di camion, con conseguente diminuzione di costi, inquinamento, tempi di consegna e ingorghi stradali.
Si teme inoltre che la costruzione della Tav porti a dissesti idrogeologici nelle zone limitrofe, come è già successo per il tunnel del Mugello. Infine il movimento sostiene che la Tav eliminerà posti di lavoro, anche se non si capisce come ciò possa avvenire dato il giro di denaro che l’accompagna.
Matteo Testa
foto: newnotizie.it
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