Scoperta nel 1959 e dedicata al Soprintendente dell’Etruria meridionale dell’epoca, la tomba che si trova nella Necropoli di Monterozzi del VI secolo a.C. è un perfetto e ben conservato esempio di tomba-casa etrusca.
Tuttavia, alcuni graffiti sulle pareti dipinte della tomba di Tarquinia, realizzati successivamente verso il primo trentennio del duecento, dimostrano che un gruppo di individui, alcuni dei quali identificabili come appartenenti all’Ordine del Tempio, utilizzarono la struttura sotterranea per compiervi riti di iniziazione all’ordine, con giuramenti e pratiche sessuali.
Il professore Carlo Tedeschi, docente di Paleografia latina all’Università di Chieti-Pescara, interpretando simboli religiosi e graffiti sulle pareti del monumento, ha ricostruito pratiche finora sconosciute dell’ordine religioso tra i più controversi della storia. “Le scritte sono esplicite: si annotano, con formula ricorrente, atti sessuali compiuti nel sepolcro con i nomi dei partner” racconta Tedeschi che già nel 2000 stabilì l’origine medievale (databile intorno al XIII secolo d. C.) e non etrusca di quelle parole
A portare Tedeschi sulle tracce dei Templari, una serie di indizi che, dall’ipotesi iniziale che vedeva nel monumento un luogo di piacere usato da diversi abitanti della zona, ha portato a determinare il carattere rituale di iniziazione delle pratiche rappresentate nelle iscrizioni. Un’ipotesi confermata da un graffito in cui si citava un giuramento e da una scritta in latino in cui si dichiarava che quella era la grotta del frate maestro Giovanni.
Gli ordini religiosi che prevedevano il titolo di maestro erano pochi e i simboli presenti hanno condotto Tedeschi alla deduzione che quel luogo fu scelto dall’ordine per tenere i propri riti, forse vere e proprie iniziazioni, al riparo da occhi indiscreti. “Quando dopo il 1307 cominciarono i processi ai templari, messi fuorilegge da Filippo il Bello, uno dei capi d’accusa riguardava proprio le pratiche sessuali con cui si sanciva l’accettazione di un nuovo adepto.
L’indagine e le sorprendenti conclusioni tratte dall’osservazione e analisi dei graffiti saranno oggetto della presentazione del libro: “Graffiti templari. Scritture e simboli in una tomba etrusca di Tarquinia”. curato da Carlo Tedeschi che sarà presentato martedì 19 febbraio alle 17 nella Sala della Fortuna al Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia.
di Elena Carrossa
foto: ecoseven.net
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