L’agenda del Papa tra incontri e confessioni

papainfinestraIl Portavoce della Santa Sede, Federico Lombardi ha annunciato che il Conclave potrebbe essere anticipato.

La Costituzione Universi Dominici Gregis , infatti viene solitamente radunata 15/ 20 giorni dopo la  morte del Pontefice, per dare il tempo a tutti i cardinali di arrivare a Roma. Poiché in questo caso il Papa è vivo e vegeto ma ha solamente deciso di rassegnare le dimissioni, attenersi a una data rigida è pura formalità.

Nel frattempo Benedetto XVI sta lavorando alacremente per sistemare tutto prima del suo ritiro a Castel Gandolfo. Ecco i dettagli della fitta agenda: ieri ha incontrato i vescovi italiani, ha provveduto al riassetto dello Ior ( con Ernst von Freyberg alla presidenza e Domenico Calcagno alla Commissione di vigilanza), ha infine incontrato Mario Monti.

Con il premier si erano visti (in via ufficiale) nel gennaio 2012, quando Monti ricevette la benedizione;  ieri i due uomini, accomunati dall’imminente ritiro dalle scene, si sono rivisti, in un commiato particolarmente sentito, durato 15 minuti.

L’incontro si è concluso con uno scambio di doni: Monti ha ricevuto una stampa raffigurante la fontana dell’aquilone che si trova presso i Giardini Vaticani, Benedetto XVI si è portato a casa tre penne ( una bianca, una rossa e una verde).

Da domani Ratzinger inizierà un ritiro spirituale che si protrarrà fino a sabato e per finire incontrerà il Presidente Napolitano, mentre la prossima domenica reciterà per l’ultima volta L’Angelus a Piazza S. Pietro, che in questi giorni è stata letteralmente presa d’assalto da pellegrini proveniente da tutte le parti del mondo.

Parlando per l’ultima volta ai vescovi lombardi capitanati da Angelo Scola, Benedetto XVI ha voluto sottolineare l’importanza della rinascita spirituale, unico vero perno su cui bisogna insistere per rinnovare la chiesa. Si è trattato di affermazioni forti e significative, considerato che Benedetto XVI , grande teologo conservatore, quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede era stato un sostenitore  del riferimento alle radici cristiane nella costituzione dell’Unione.  Negli ultimi tempi, il Papa ha invece deviato dalla rotta per orientarsi su una dottrina che punti alla rievangelizzazione, culminata con l’eclatante decisione di sovvertire ogni certezza attraverso le inaspettate dimissioni.

A conferma del senso di sopraffazione del Papa, è arrivata anche l’amara confessione del Vicario di Cristo, il quale ha dichiarato di aver vissuto l’esperienza del Concilio II in maniera deludente. Per Benedetto XVI, il Vaticano II ha rappresentato una fase di grande responsabilità per il mondo, di libertà religiosa e dialogo tra le religioni. E’ proprio in questa sede che“ sono cresciuti problemi che noi tedeschi all’inizio non avevamo visto”, con la religione ebraica, islam, buddismo e induismo, su cui bisogna soffermarsi. Il Pontefice si riferisce al rapporto tra quella che lui considera la sola vera religione e le altre di cui il credente non può pensare che “siano tutte varianti di un tema”, anche se le esperienze religiose conducono tutte a “una certa luce della creazione”.

Ma la contraddizione che più ha vissuto Ratzinger è quella tra il Concilio dei padri e quello dei media,: il primo si è realizzato nella fede, il secondo nelle lotte politiche intestine alla Chiesa stessa. Ebbene, poiché al Concilio hanno avuto accesso i giornali, per Benedetto XVI si sarebbe profanata la liturgia pura e banalizzato il culto che avrebbe messo fine alla religione del sacro.

Si tratta di opinioni condivise da Angelo Scola, uno dei “papabili”, il cui trasferimento nel 2011, da Venezia alla diocesi italiana, per volere proprio di Ratzinger potrebbe essere letto come una prova generale per il pontificato.

di Simona Mazza

Foto: tmnews.it

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