L’8 febbraio del 1872 Giuseppe Verdi presentava la prima italiana dell’Aida al Teatro alla Scala di Milano “Celeste Aida, forma divina, mistico serto di luce e fior” (Radamès, atto I).
Aida è uno dei drammi più complessi, belli e problematici di Giuseppe Verdi. Fu rappresentata per la prima volta al Cairo nel 1781: un’opera grandiosa e spettacolare, di soggetto tragico, attraversata da una vena malinconica ed intimista, un’opera profonda ed intensa. La vicenda dell’amore disperato tra Aida e Radames è immersa nel clima esotico di un Egitto maestoso.
Ma l’esotismo un po’ convenzionale messo in scena da Verdi e Ghislanzoni, il librettista, è solo un pretesto per rendere il dramma più astratto e lontano nella storia.
“Gloria all’Egitto” è un brano corale di grande forza e suggestione. Cade all’inizio della seconda scena del secondo atto e prelude alla grande scena del trionfo: siamo all’ingresso della città di Tebe, il popolo festeggia la vittoria contro gli etiopi e attende il ritorno di Radames per festeggiare l’eroe vittorioso.
È dunque un canto di vittoria, semplice, energico e vigoroso, accompagnato dalla banda di palcoscenico e dagli accordi scanditi dall’orchestra.
La vita del Maestro Giuseppe Verdi è una vita straordinaria. L’uomo che compose le opere più patriottiche, belle, fu un grande compositore e uomo dalla vita intensa. Verdi era nato nel 1813, sotto Napoleone I, assistette a grandi cambiamenti epocali e sociali, dalla sua nascita fino alla sua morte: la nascita del treno, l’uso delle carrozze e cavalli, l’invenzione del cinematografo e della fotografia. E poi, grandissimi cambiamenti storici, sociali, politici, epocali: l’Italia degli “staterelli”, il Risorgimento fino all’ Unità di Italia; passioni politiche, sociali e grandi passioni d’amore attraversarono la complessa vita di Verdi. La morte dei due figli piccoli e della moglie Margherita, figlia del suo benefattore; successivamente la sua storia d’amore con Giuseppina Strepponi (una storia passionale che ricorda la vicenda de La Traviata), cantante e donna libera, fuori dagli schemi convenzionali. Con l’animo distrutto dalle vicende personali, Verdi medita addirittura di lasciare la musica. Ma qualcosa di straordinario succederà nella sua vita artistica ed umana. Grazie a lui, conosceremo opere eterne di grandissimo spessore e magia, come fu il Nabucco e come fu dunque l’Aida. Enorme successo alla Scala, uno dei teatri più belli al mondo, perché anche il contesto ebbe la sua grande parte.
La sua arte si può considerare popolare, nel senso più alto ed importante del termine.
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