L’amore vince la paura

La paura è un istinto di sopravvivenza ancestrale che ci mette in guardia dai pericoli, che scava e che, in forme diverse, non ci abbandona mai.

Davanti allo stimolo della paura abbiamo solitamente tre reazioni: la fuga, la lotta o l’accondiscendenza o mimetizzazione.

Ma la meditazione offre una quarta soluzione…

La lotta

Se la paura non è “bloccante” ma ci spinge a lottare, può essere addirittura uno stimolo positivo, salvo che l’attacco non venga usato come forma di autodifesa.

In questo caso infatti esso nasconde una sorta di un’aggressività latente, un senso di frustrazione che ci spinge ad attaccare a prescindere. 

In poche parole, chi aggredisce non concepisce la sconfitta: è in ballo un’identità da riconquista ad ogni nuova battaglia.

Attaccare tuttavia non è la soluzione più corretta per superare la paura.

La fuga

La fuga è uno schema che ci fa allontanare da ciò che ci impaurisce e ci soffoca.

Ma neanche scappare è la riposta più indicata.

Scappare infatti non allontana la fonte del nostro tormento, anzi questo sentimento ci seguirà sempre, ovunque andiamo.

Anziché scappare bisogna superare le paure e fra poche righe scoprirete come.

L’accondiscendenza o mimetizzazione 

Il terzo e ultimo tipo di schema che applichiamo solitamente (frequente anche fra gli animali, come ad esempio il camaleonte) è l’accondiscendenza o mimetizzazione.

In questo caso tendiamo a ripiegare su noi stessi per cercare di mantenere integro il nostro essere, attraverso una sorta di “invisibilità ” temporanea.

Chi si mimetizza tende a “cancellarsi”, a rendersi inosservato, quasi invisibile agli occhi altrui e dunque ad arrendersi di fronte agli ostacoli.

Tre reazioni inadeguate

Lottare aggredendo maschera un bisogno morboso di riconoscere la nostra identità.

Fuggire denota insicurezza.

Mimetizzarsi palesa un bisogno di realtà d’essere che non abbiamo.

Esiste una soluzione? Sì!

L’amore arriva dove tutto il resto finisce.

Quando reagiamo spinti dall’amore, verso noi stessi innanzitutto e poi verso gli altri, rispondiamo in maniera corretta allo stimolo della paura.

L’amore ci torna indietro nel breve e lungo termine. 

Ci vuole ovviamente tanta pazienza, tanta lucidità e tanto coraggio (coraggio significa agire col cuore: cor = cuore; aggio = azione).

Agire mossi dall’amore vuol dire innanzi tutto ascoltarsi e mettere se stessi al primo posto (non in maniera egoistica però).

Come riuscire nell’impresa?

La meditazione

La meditazione ci allena a calmare la mente, ad osservare i nostri pensieri in maniera lucida e a nutrirci: nutrire i nostri bisogni, nutrire la nostra sicurezza, la nostra identità e la realtà d’essere.

Come detto più volte nei nostri articoli, tutto parte dalla consapevolezza: bisogna dunque essere consapevoli  della paura e della potenzialità dell’amore in questo caso.

La meditazione e la consapevolezza ci aiutano ad affrontare la paura, ci fanno mettere di fronte ad essa, ci insegnano ad osservarla e chiederle cosa ha da insegnarci e cosa possiamo imparare.

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