È stata inaugurata sabato la mostra “Ah che rebus”, che durerà fino all’8 marzo al Palazzo Poli, nel centro di Roma. La mostra è stata realizzata da Antonella Sbrilli e Ada De Pirro, con la collaborazione dell’Associazione Rebussistica Italiana, del Cattid, del Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo alla Sapienza . Protagonista è il binomio arte-rebus, dal 500 ad oggi, mettendo a confronto antico e moderno. I rebus sono sempre stati utilizzati per comunicare messaggi politici, satirici e storici, in particolare dal Risorgimento al 1868. Nel 1800 i rebus con le lettere animate sono stati accostati ad esperimenti futuristi; particolarmente interessante è il lungo drappo con un rebus interamente dedicato a Pio IX che nel 1846 concesse l’amnistia. Ai giorni nostri lo ritroviamo nei titoli di opere contemporanee, come spunti per le poesie, come tecniche di narrazione, nei graffiti sui muri; il tema principale è sempre stato l’amore. Questa forma d’arte è uno stimolo all’intelletto ed espressione della parte più infantile che è in noi.
di Redazione
Foto: freeplayclub.org
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