Latina: in 100 mila al corteo per la 19esima Giornata della Memoria e dell’impegno antimafia

mafia_libera_manifestazione_contro_mafia_latina_01Sabato a Latina si è svolta la diciannovesima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno”, in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata, promossa dal presidio di Libera di Don Luigi Ciotti.

Ad aprire il corteo, composto da un fiume di circa 100mila persone, i familiari delle vittime, ognuno dei quali portava al collo la foto del caro ucciso dalla Piovra.

Hanno partecipato gli attivisti di diverse associazioni, quali la Rete della conoscenza di Uds (studenti medi) e Link (universitari) e anche le biciclette della “Transumanza per la legalità”, ognuna delle quali ha adottato una vittima da rappresentare, oltre che un numero considerevole di cittadini solidali ai familiari.

Presenti anche le tre sigle sindacali Cigl, Cisl e Uil, le federazioni Fla, Fiom, Rifondazione comunista, Legambiente, Anpi e gli scout Agesci e i centri sociali come Osservatorio antimafia Monza-Brianza e No Pedemontana, che osteggiano i progetti di finanziamento per la realizzazione delle grandi opere, dove le infiltrazioni mafiose hanno ampio potere.

Non è mancata neppure la presenza dei soliti personaggi pubblici, sempre presenti linea durante le celebrazioni e le commemorazioni. Fra essi: Rosy Bindi, Presidente della Commissione Antimafia, il Presidente del Senato Pietro Grasso, ex procuratore antimafia, in compagnia dei massimi esponenti delle forze dell’ordine tra cui il questore Alberto Intini, il comandante della Guardia di finanza Giovanni Reccia e il comandante provinciale dei carabinieri Giovanni De Chiara. In prima linea pure il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Procuratore Caselli, il vescovo di Latina Monsignor Mariano Crociata, numerosi parlamentari pontini e il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi.

Bindy ha declamato “Oggi siamo tutti responsabili Confidiamo nella richiesta di conversione che il Papa ha fatto ieri in maniera forte nei confronti degli uomini e delle donne di mafia. I mafiosi sono forti perché qualcuno si gira dall’altra parte, c’è qualcuno che pensa che ci si possa convivere o fare affari, si deve dire di no con forza. Se da queste giornate ci sarà una persona in più che vuole fare la lotta alla mafia abbiamo ottenuto un risultato importante”.

Nel palco a pedali allestito presso la centralissima Piazza del Popolo, tappa ultima del corteo, sono stati letti i nomi dei 900 uomini e donne che hanno perso la vita per mano della mafia, così come aveva fatto Bergoglio durante la veglia di venerdì sera: da Giovanni Falcone a Paolo Borsellino, da Peppino Impastato a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista del Tg3 e l’operatore, uccisi 20 anni fa, il 20 marzo 1994, lungo una strada di Mogadiscio, in Somalia.

Dure le parole di Ciotti, che ha ribadito l’importanza del coraggio e dell’impegno, per poi lanciare le sue stilettate contro chi sull’antimafia ha “ costruito una falsa credibilità”. Il prete si è lanciato poi sul politico precisando che bisogna promulgare una legge efficace contro la corruzione “perché quella che c’è adesso è insufficiente e viziata da troppe furbizie”.

In risposta a Ciotti, Grasso ha dichiarato “Essere qui ha un significato ben preciso, per noi è un segnale importante. Il Parlamento ha in esame diverse iniziative come quella sul voto di scambio che dovrà passare in Senato. Ci sono poi iniziative governative perché la lotta alla criminalità è una priorità per il governo”.

Ecco in sintesi quali riforme ci si aspetta che vengano ritoccate: riforma del 416ter del Codice penale sul voto di scambio politico mafioso e il riconoscimento dei delitti ambientali. Tutti campi in cui la mafia opera indisturbatamente con la piena adesione della politica e delle istituzioni corrotte.

Anche il Ministro di Giustizia Orlando ha risposto all’appello di Don Ciotti “La risposta più urgente che possiamo dare è un rafforzamento degli strumenti per il contrasto alla criminalità economica, al potere economico delle mafie. Stiamo lavorando per dare a breve risposte in questo senso”, per poi concludere con il riconoscimento che lo Stato deve a questa giornata “che è ormai entrata nel calendario civile degli italiani”. Orlando ha infine chiosato “Occorre costruire norme che avvicinino lo Stato a quanti conducono quotidianamente la lotta alle mafie”.

di Simona Mazza  

foto: tg24.sky.it

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