L’Austria pronta a riaprire le frontiere con l’Italia. Ancora un “no” invece dalla Svizzera

Dopo la riapertura dei confini interni delle varie nazioni europee, si avvicina adesso anche il momento dello sblocco delle frontiere tra uno Stato e l’altro. Il significativo miglioramento per quanto riguarda la situazione della pandemia nel continente, sta portando i Governi a ragionare su date e modalità per ritornare gradualmente alla normalità negli spostamenti interstatali, soprattutto considerando l’avvicinamento al periodo estivo e, perciò, tutte le questioni legate al turismo. Per molti Paesi infatti, tra cui certamente l’Italia, tale settore rappresenta una fetta importantissima dell’economia, con una rilevanza enorme anche dal punto di vista occupazionale.

Per questo, dal canto suo, il nostro Paese aveva già da tempo fissato al 3 Giugno la data per la riapertura dei confini nazionali (oltre che regionali) e degli aeroporti per i voli provenienti dagli Stati membri dell’UE. Come indicato nel decreto del presidente del Consiglio, poi, a cadere sarà anche l’obbligo dei 14 giorni di quarantena per i cittadini stranieri che entreranno in Italia, fermo restando comunque l’adozione di controlli nei terminal e alla frontiera, nonché la produzione di report settimanali per verificare eventuali nuovi innalzamenti della curva del contagio. Tali decisioni vanno senza dubbio nella direzione di una spinta alla ripresa del turismo che, per ovvi motivi, in questi mesi è stato fermo, provocando già consistenti danni a imprese e lavoratori.

Intanto, anche in altre parti del continente inizia a smuoversi la situazione. Per esempio in Austria, la quale a breve dovrebbe annunciare la riapertura per i cittadini che arrivano dal nostro Paese a partire dalla metà di Giugno. Ciò dovrebbe avvenire però con sostanziali differenze tra le regioni, in base alla situazione del contagio nelle diverse aree, tanto che, secondo le indiscrezioni, i viaggiatori provenienti dalla Lombardia potrebbero essere inizialmente esclusi dalla possibilità di giungere in territorio austriaco. Soltanto pochi giorni fa il cancelliere Sebastian Kurz aveva definito la situazione dell’Italia come quella ancora più difficile in Europa e, allo stesso modo, il Ministro della Salute Rudolf Anschober aveva mostrato un certo scetticismo: “L’Italia è ancora un focolaio, anche se in alcune regioni la situazione è migliorata e l’impegno è grande”. Tuttavia, nonostante le dichiarazioni, appare ormai abbastanza probabile che il via libera agli arrivi dal belpaese dovrebbe uniformarsi alla data del 15 Giugno, già prevista per nazioni come Germania, Svizzera e Liechtenstein.

Proprio dalla Svizzera arriva invece una fumata grigia in tema di spostamenti dal nostro Paese. Nonostante il dialogo in corso tra le istituzioni, sono state ancora prolungate le restrizioni in vigore, con l’impossibilità per i cittadini italiani di entrarvi per motivi legati al turismo, a visite ai congiunti o alla ricerca di lavoro. Ad avere la possibilità di accedere in territorio elvetico dall’Italia, rimarranno pertanto solamente i cittadini svizzeri (o i possessori di permesso di soggiorno di tale nazione) oltre ai frontalieri italiani che già lavorano in Svizzera. Una situazione abbastanza spinosa quindi, se si pensa che le autorità elvetiche hanno invece già fissato per il 15 Giugno l’abolizione delle restrizioni e la conseguente riapertura dei confini per chi proviene da Austria, Francia e Germania.

Proprio relativamente a decisioni di questo tipo, la Commissione europea sta provando a fornire una regolamentazione, al fine anche di evitare scenari conflittuali. Sono state presentate per questo delle linee guida”  sulla riapertura delle frontiere tra gli Stati dell’Unione Europea. Nello spiegare l’importanza delle norme e del dibattito tra le varie rappresentanze nazionali, i portavoce dell’UE hanno sottolineato l’assoluta centralità del “principio di non discriminazione”. Ovvero, se uno Stato apre i confini ad un determinato Paese, deve fare lo stesso con gli altri Paesi che hanno la stessa situazione epidemiologica. In campo europeo, a questo punto, resta quindi da capire come, nelle prossime settimane, verrà considerata la situazione italiana.

Foto: ilsole24ore.com

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