Le borse tentano il recupero aprendo in leggero rialzo sull’onda del varo del Meccanismo Europeo di Stabilità (c.d. ESM) – in grado di dispensare aiuti fino a 200 mld di Euro entro la fine di ottobre su una dotazione complessiva di 500 mld di Euro – che potrebbe aprire la strada alla attesa richiesta di aiuti da parte della Spagna che ne consenta l’intervento; è ragionevole pensare che il premier spagnolo Mariano Rajoy abbia aspettato il varo dell’ESM per formalizzare la richiesta di aiuti e che tale attesa possa durare fino alla fine di ottobre.
Si potrebbe quindi pensare ad un andamento incerto dei mercati fino a tale richiesta da parte della Spagna per aprire quindi ad una fase di rialzo in contemporanea con la riduzione dei differenziali tra i titoli di stato dei paesi periferici (in particolare Spagna e Italia) ed i titoli di stato tedeschi, i Bund (c.d. Spread).
Tuttavia in Europa resta il problema di fondo legato ad una economia stagnante che – anche a causa delle politiche economiche restrittive (più tasse e meno spesa) – in molti paesi è in recessione; la spirale indotta dalla riduzione del debito pubblico, politiche restrittive, recessione e conseguente aumento del debito pubblico che hanno fatto avvitare la Grecia, il Portogallo e l’Irlanda, stanno già colpendo duramente la Spagna e presto potrebbero estendere il contagio all’Italia. E’ di tutta evidenza che le politiche restrittive e la focalizzazione sulla riduzione del debito pubblico, oltre a non risolvere il problema, creano tensioni sociali; si guarda quindi alla Banca Centrale Europea (BCE) per riequilibrare con politiche monetarie espansive la situazione, nonostante la Germania faccia di tutto per frenare questo tipo di interventi.
Dall’altra parte dell’oceano il problema è lo stesso ma la cura è diametralmente opposta con il varo dell’ennesimo Quantitative Easing per rifornire il sistema della liquidità necessaria alla ripresa dell’economia ed alla creazione dei posti di lavoro; tuttavia anche gli Stati Uniti sono prossimi alla incognita delle elezioni che potrebbero confermare i democratici di Obama alla Casa Bianca ed i repubblicani al Congresso. Una situazione del genere potrebbe rendere arduo il superamento del c.d. fiscal cliff dovuto alla combinazione di tagli alla spesa ed aumento delle tasse che scatterà in automatico a gennaio 2013 per avviare la riduzione del debito pubblico.
L’assorbimento della enorme massa monetaria immessa sul mercato dalle banche centrali di Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna rappresenta il vero problema per questi paesi, ma in definitiva anche per l’Europa che, se non si adegua, rischia di ritrovarsi con un Euro troppo forte per alimentare le esportazioni; è ragionevole pensare che in un modo o nell’altro anche la BCE, vincendo le resistenze della Germania, dovrà iniziare a stampare moneta.
Le conseguenze di questa situazione possono proiettare le ombre lunghe dell’inflazione sugli anni a venire; inflazione che al momento è contenuta dalla contrazione dell’economia mondiale. Per questo i beni reali (immobili, ma anche azioni, oro e materie prime) continuano a rappresentare un investimento migliore delle obbligazioni a lungo termine.
Renzo Moretti
Presidente GWA SIM SpA
foto: a.mytrend.it
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