Con il ritorno della primavera, riprendiamo a proporre nuovi itinerari per gite “fuori porta” e, al contempo, diamo suggerimenti su come trascorrere una giornata spensierata visitando bellezze paesaggistiche od artistiche, mangiando in un buona trattoria o in un ristorante. Aggiungiamo al racconto un pizzico di mistero svelando leggende o aspetti poco noti dei luoghi che vi invitiamo a visitare.
Oggi vi vogliamo proporre il Parco del Clitunno, meglio noto come Le Fonti del Clitunno. Si tratta di un poetico e rilassante parco in miniatura di circa 10.000 metri quadrati, arricchito da un magnifico laghetto di acqua sorgiva, frequentato da uccelli migratori e stanziali, contornato da piccoli templi di epoca Romana che recano antiche iscrizioni in latino dedicate al dio Clitunno che veniva festeggiato il primo maggio. Il Parco si trova in provincia di Perugia, a poco più di una decina di chilometri da Spoleto.
Plinio il Giovane citò la bellezza del luogo in una delle sue lettere. Anche Virgilio contribuì alla fama del parco, parlandone nelle sue Georgiche. La zona divenne via via più famosa e qui iniziarono ad accorrere moltissimi fedeli del dio Clitunno. Alcune leggende dicono che delle ninfe acquatiche apparissero di notte, cantando ed ammaliando i giovani che qui si recavano in cerca di divinazioni. Sul luogo dimoravano anche dei sacerdoti che offrivano oracoli a chi chiedeva di conoscere il proprio futuro.
Gli antichi romani, fino al V secolo d.C, riuscivano a percorrere il fiume arrivando a Roma, come citato da Dante nel canto XI del Paradiso. Ma un terremoto, di datazione imprecisata, interrò parti delle sorgenti, riducendo drasticamente l’apporto di acqua che finì, invece, inghiottita da alcune cavità sotterranee. Il luogo rimase, tuttavia, sacro e centro di culto.
Solo verso la metà del 1800 il proprietario, il conte Paolo Campello Spina, ridisegnò gli spazi, recintò l’area, costruì camminamenti e piccoli ponti rendendo fruibile il luogo alle sue amicizie nobiliari. Il laghetto fu arricchito di cigni, germani reali, pavoni ed alzavole. Anche poeti contemporanei visitarono le fonti del Clitunno: le visite di lord Byron o Carducci sono ricordate da una epigrafe su marmo posta all’ingresso della biglietteria.
Anche la flora, che si risveglia ora in primavera, è un attrattiva delle Fonti: salici piangenti, cipressi, pioppi e fiori vari come il “nontiscordardime” o il nasturzio colorano i prati e si riflettono magicamente sull’acqua: la vista è incantevole ed è un piacere restare seduti sulle panchine attorno al lago ad ammirare il panorama.
Dove mangiare. Consigliamo il ristorantino a fianco del parco: con una spesa contenuta si potrà assaporare la cucina umbra; buona la lista dei vini (prenotazione consigliata allo 0743 275057).
Il biglietto per entrare nel parco costa solo 3 euro. Per gli over 65 il costo di riduce a due euro. Mentre per bambini e disabili l’ingresso è gratuito. Il luogo è aperto dalle 9 alle 19,30.
Come arrivarci. Da Roma occorrono circa due ore percorrendo la A1 in direzione Firenze. Uscire ad Orte verso Narni e Terni. Successivamente imboccare la via Flaminia in direzione Spoleto. Superata questa città, proseguire sulla via Flaminia fino al bivio per Campello. Qui prendere la strada provinciale 457. Poi la strada Viale Fonti del Clitunno. Le indicazioni si trovano ad ogni bivio.
[…] secoli annessa al ducato di Spoleto prima ed al papato poi. Il suo territorio si estende fino alle Sorgenti del Clitunno, citate in un precedente […]