Le vittorie decisive nelle primarie del Wisconsin del repubblicano Ted Cruz e del democratico Bernie Sanders sono state un vero terremoto politico, rendendo importantissimo se non determinante il voto nello stato del New York tra due settimane.
I due “front runner” Hillary Clinton e “The Donald” Trump hanno perso e anche pesantemente. La forte vittoria di Cruz in Wisconsin ha impedito a Trump di accumulare i delegati congressuali necessari, alla sua nomina, aumentando le probabilità che a Cleveland nel mese di luglio sarà una convenzione fortemente contestata.
Trump ha bisogno di alcune vittorie decisive per dimostrare che è in grado di raggiungere i 1.237 delegati necessari per la nomina presidenziale repubblicana. Ha 743 delegati finora, e Cruz 517, con il governatore dell’Ohio John Kasich con 143 delegati.
Trump deve vincere 55 per cento dei restanti delegati per raggiungere la soglia. Cruz per ottenere 1.237 delegati dovrebbe avere l’ 80 per cento dei rimanenti delegati. La cosa è giudicata quasi impossibile. Anche perché Kasich non ha alcuna intenzione di ritirarsi, togliendo di fatto, delegati utili ai due contendenti Cruz e Trump. Non bisogna dimenticare anche i delegati conquistati da Rubio, che ancora non è chiaro per chi si schiereranno, qualora Trump non raggiungesse la soglia fatidica per essere eletto. Proprio per questo gli “spin doctor” della comunicazione, e gli strateghi della campagna elettorale di Trump stanno preparando una serie di discorsi politici destinati a dargli un’aura più presidenziale, anche se “The Donald” preferisce ancora muoversi in maniera “personale” fidandosi più del suo intuito che delle strategie a tavolino.
In casa democratica, la vittoria Sanders nel Wisconsin, dimostra come la Clinton non riesca a battere facilmente il suo rivale, considerato all’inizio una sorta di outsider. Ma Sanders con il suo modo sociale di fare politica, di raccogliere i fondi esclusivamente con le donazioni, quasi 40 milioni di dollari, non sembra assolutamente sconfitto anzi. Lo dimostra il fatto, che ha vinto sei delle ultime sette consultazioni.
La Clinton è “unliked” vince ma non piace, la sua corsa si è arrestata, anche se è in grande vantaggio, e qualcuno comincia a prendere in considerazione, la possibilità che i grandi elettori democratici possano in qualche modo non schierarsi a favore della Clinton. Uno scenario simile a quello del partito repubblicano? Difficile ma non impossibile. Che la Clinton, comincia a preoccuparsi, è dimostrato dal fatto che, ha iniziato ad attaccare direttamente Sanders sui suoi programmi, accusandolo di parlare di cose, “di cui non ha studiato e neanche capito”.
Quindi le elezioni nello Stato di New York, diventano per la prima volta fondamentali, ma soprattutto l’esito è incerto proprio per la profonda differenza interna all’elettorato.
Insomma in queste primarie avanza l’incertezza. Potranno cadere i “front runner”?
di Gianfranco Marullo
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