Il Monte Sant’Angelo, denominato Mons Camillianum già dalla tarda latinità, è una montagna marchigiana posta nel territorio del comune di Arcevia, in provincia di Ancona. Situato quasi al confine con l’Umbria, dalla sua cima si riesce a vedere la Repubblica di San Marino, il Montefeltro, il monte Nerone, il monte Strega, il monte Catria, il monte Cucco, i monti Sibillini e il Gran Sasso. Da questo monte di 752 metri slm si riesce a vedere anche il mare da Rimini fino all’Ascolano. In considerazione della sua importanza strategica, sul Monte Camilliano i Longobardi avevano costruito una roccaforte e un oratorio, dedicandolo San Michele Arcangelo, più semplicemente chiamato “Sant’Angelo” dai guerrieri devoti; la montagna, quindi, sin da quei tempi remoti, sarà sempre denominata “Monte Sant’Angelo”.
La canzone di Ivano Fossati descrive con delicatezza il luogo dell’eccidio avvenuto sul Monte Sant’Angelo la mattina del 4 maggio 1944: durante la seconda guerra mondiale, subito dopo il famoso “8 settembre 1943”, ad Arcevia vengono costituite diverse formazioni partigiane – tra cui il distaccamento “S. Angelo” – ed il prestigioso “Comitato di Liberazione Nazionale”.
Le prime azioni partigiane erano dirette al recupero delle armi, all’assistenza di prigionieri stranieri, fuggiti dai campi di concentramento e degli sfollati e all’approvvigionamento di viveri per la popolazione.
Tra il 1943 ed il 1944 i partigiani della zona compiono diversi attacchi contro i militari fascisti e tedeschi, sia per approvvigionarsi di armi, sia per liberare i prigionieri civili ed assicurare alla popolazione il cibo per sopravvivere. Tutto il territorio era praticamente sotto il controllo delle forze partigiane; tanto che ad Arcevia e in altre località del Comune, dopo oltre vent’anni, si riesce addirittura a festeggiare nuovamente la giornata del 1º maggio, festa simbolo dei lavoratori.
La reazione nazi-fascista non tarda: nella serata del 3 maggio 1944 una formazione partigiana di passaggio, proveniente da Vaccarile di Ostra, arrivata a Montefortino (AN) decide di fermarsi al Monte Sant’Angelo (distante circa 10 chilometri), dove si unisce a quei pochi partigiani rimasti a guardia dei prigionieri fascisti. I partigiani di passaggio, per la stanchezza del viaggio, decidono di pernottare nella casa colonica per riprendere il viaggio l’indomani.
Ma all’alba del 4 maggio 1944 i partigiani vengono assaltati a Monte Sant’Angelo da circa duemila soldati tedeschi e fascisti: nei pressi della casa colonica si accende una battaglia terribile in cui vengono uccisi quasi tutti i partigiani presenti; soltanto alcuni di loro riuscirono a rompere l’accerchiamento e a mettersi in salvo, mentre tutti gli altri – compresi sette componenti di una famiglia e tre partigiani jugoslavi – perdono la vita.
Il passaggio dei partigiani, di Ivano Fossati, 1986, Album “700 giorni”, CBS
Fonte foto di copertina: comune di Arcevia
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