Led Zeppelin: l’immortalità dietro al mito

led-zeppelinAccadde  nel rock; in queste ultime ore siamo stati letteralmente presi ed addolorati dalla morte di David Bowie, che ha colto tutti di sorpresa.  Ma non possiamo dimenticare che gli artisti importanti sono eterni e restano immortali, la musica è il nostro ponte per la continuità.

Ieri, 12 gennaio del 1969,  un gruppo musicale hard rock britannico pubblicò il suo primo album: si chiamava Led Zeppelin, la band che entrò nella storia, una leggenda vivente che ancora dura, che si rincorre tra voglia di “riunioni” ed ospitate tv.

3c3c5980-edb3-4db6-b3c9-60d23875f35aIl gruppo è uno dei più importanti e formativi per gli anni ’70 fino ancora ad oggi. Meravigliosi, sensuali, tecnicamente innovativi, coinvolgenti. Ancora oggi celebrati, amatissimi. L’origine del nome ha varie leggende metropolitane. C’è chi dice che fosse legato allo Zeppelin, che era il più  grande dirigibile costruito. Faceva la rotta passeggeri Germania- Stati Uniti finché in un terribile incidente morirono bruciati quasi tutti i passeggeri. Secondo la versione invece più accreditata, Keith Moon e John Entwistle, riferirono che un super gruppo composto da loro, Jimmy Page e Jeff Beck, sarebbe colato a picco come un Lead Zeppelin (Zeppelin di piombo). Richard Cole, manager degli Yardbirds, che aveva assistito al colloquio, riferì il tutto a  Page, fuoriuscito poi dal precedente gruppo.  Alcuni mesi dopo, al momento di scegliere il nuovo nome in sostituzione di “New Yardbirds” per il gruppo che aveva formato, Page ripensò al nome “Lead Zeppelin, divenuto poi quello noto in tutto il mondo come “Led Zeppelin”.

Ma come accolse la critica musicale di allora, la band che poi è stata celebrata in ogni angolo del Pianeta ? Oggi Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e il compianto John Bonham sono considerati delle vere e proprie divinità della musica contemporanea, delle icone irragiungibili; il loro rock-blues viscerale, sensuale, selvaggio, potente e profondo, con lati metal, sono stati e sono ancora  in grado di influenzare decine e decine di gruppi successivi e conquistare milioni di fan.  
fd28b55b-79c5-444d-90dd-25da5e744968La critica di allora non fu benevola
“Nella loro volontà di sprecare il loro notevole talento su del materiale indegno, gli Zeppelin hanno realizzato un album che richiama tristemente alla mente Truth. Così come il gruppo di Beck, sono anche bendisposti a fare di sé uno show di due soli musicisti (o, più precisamente, uno e mezzo). Probabilmente, se il loro obiettivo è contribuire a colmare il vuoto creato dalla fine dei Cream, dovranno impegnarsi a trovare un produttore (e un editor) e del materiale degno della loro attenzione collettiva.” (John Mendelsohn, recensione di Led Zeppelin I apparsa su Rolling Stone, 15 marzo 1969) “.  Ci chiediamo, me lo chiedo spesso, che fine abbia fatto questo critico musicale e se abbia cambiato mestiere. Forse la musica non era per lui, forse sperimentare era troppo azzardato ?

ba1ec860-e840-4fc0-9bb8-21c37a5718d8Non sappiamo di lui, sappiamo però che gli autori di capolavori come Stairway to Heaven, Whole Lotta Love o Kashmir, nel decennio d’oro per le innovazioni e le sperimentazioni musicali,  i Led Zeppelin, erano semplicemente un complesso britannico in cerca di fortuna, con il mitico chitarrista Jimmy Page in cerca di nuove strade dopo essere fuoriuscito dalla formazione degli Yardbirds,  la vocalità sensualissima di Robert Plant, la straordinaria bravura di Jones ed il talento di Bonham, detto Bonzo. Tutto questo patrimonio li portò a scalare le classifiche senza i consueti passaggi radiofonici. Nemmeno il loro più grande hit, “Stairway To Heaven”su tutti, come ricordavamo,  divenne mai un singolo nei passaggi radio. E anche la laconicità con cui intitolarono i primi album (alcuni privi anche  del loro nome in copertina) segnò una rottura con la tradizione che voleva i titoli dei dischi funzionali al marketing della band. Insomma, live pieni passione e fuoco, milioni di dischi venduti nel Mondo, fans adoranti per decenni, donne con ormoni impazziti e quant’altro, rendiamo omaggio ad una delle band più grandi che abbiamo mai ascoltato. Alcuni artisti, dicevamo, sono eterni e noi eternamente grati.

Ringraziamo il sito ledzeppelin.com

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di Alessandra Paparelli

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