L’eleganza e la tenacia di sognare

montalcini_2“La regina della scienza e dell’impegno civile” così la definisce Marco Cattaneo di Le Scienze, edizione italiana del rinomato mensile “Scientific American” .

Sicuramente è stata una di quelle persone che ha lascato un segno profondo del proprio passaggio nella storia, il premio Nobel Rita Levi Montalcini

In oltre un secolo di vita ha attraversato i grandi cambiamenti della storia del nostro paese: durante la seconda guerra mondiale fu costretta ad emigrare in Belgio per sfuggire alle leggi raziali e dopo che questo fu invaso dalle truppe tedesche tornò tra mille difficoltà in patria, ricominciando i propri studi in un laboratorio improvvisato nella camera da letto.

La sua ricerca condotta tra l’Italia e L’America che portò all’isolamento Nerve Growth Factor (NGF), e che le valse nel 1986 il Premio Nobel per la Medicina, è stata di fondamentale importanza per la comprensione della crescita delle cellule e degli organi e svolge un ruolo significativo nella comprensione del cancro e di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.

È stata membro delle maggiori accademie scientifiche internazionali, come la statunitense National Academy of Sciences, l’Accademia Nazionale dei Lincei per le Scienze Fisiche, la Pontificia Accademia delle Scienze (prima donna ad essere ammessa) e la Royal Society.

Se la sua figura di scienziata è indiscutibilmente riconosciuta, è meno noto che Rita Levi Montalcini sia stata anche una donna attivamente partecipe delle trasformazioni sociali del nostro paese dal dopoguerra in poi.

La sua scelta controcorrente di rinunciare ad un marito ed ad una propria famiglia per dedicarsi interamente alla scienza non l’ha mai portata ad arroccarsi nell’isolamento della sola vita di ricercatrice.

Già a partire dai primi anni accademici, con il Movimento di Liberazione della Donna, ha combattuto per i diritti delle donne, la regolamentazione dell’aborto, successivamente contro la Legge 40 sulla fecondazione assistita e a favore della ricerca sulle cellule staminali.

Con la fondazione a lei intitolata, fondata nel 1992, ha rivolto parte del proprio impegno a favore della  formazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio per studentesse africane attive in ambito accademico, con l’obiettivo di incentivare giovani donne a diventare classe d’eccellenza scientifica nel proprio paese.

Con la  Fondazione intitolata al padre si è spesa per un sempre maggiore riconoscimento della ricerca scientifica in Italia, stimolando iniziative per il rientro dei cervelli in fuga.

Ma soprattutto Rita Levi-Montalcini ha lavorato fino agli ultimi giorni con i giovani attraverso progetti del CNR. esortandoli a non concentrarsi solo su sé stessi, ma a partecipare ai problemi sociali e fare proposte volte al miglioramento del mondo attuale.

Rita Levi Montalcini ha attraversato la nostra storia con l’eleganza vittoriana che era il suo tratto distintivo, ma che era solo il manifestarsi regale della tenace determinazione con cui fino all’ultimo ha inseguito i propri sogni.

di Elena Carrossa

foto: quotidiano.net

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