La rivolta anti-regime scoppiata in Libia continua a mietere vittime. Secondo Human Rights Watch siamo a quota 233 morti, mentre i leader islamici sostengono che ribellarsi contro l’attuale governo è un dovere divino di ciascuno. Nonostante tutte le forze mondiali abbiano condannato la forte repressione realizzata dal governo, Al Jazeera ha comunicato che le forze aeree hanno bombardato le folle riunite a Tripoli per partecipare ai funerali delle vittime degli scontri, causando altri 250 morti. Al momento lo spazio aereo libico è stato chiuso fino a nuovo ordine e tutte le basi aeree italiane sono state messe in stato d’allerta, pronte a far entrare in azione gli aerei in caso di minaccia. In stato di emergenza soprattutto gli Stormi dell’Aeronautica Militare di Trapani e di Gioia del Colle (Bari) da cui partono i caccia che devono intercettare gli aerei entrati, senza autorizzazione, nello spazio aereo nazionale. Il ministro La Russa fa anche sapere che una piccola unità logistica sarà inviata in Libia, se ce ne sarà bisogno. Ove necessario è pronto anche il ritorno in Patria degli italiani presenti in Libia, circa 1500, ma per ora non ancora previsto. Il Presidente del Consiglio, interrogato sulle vicende, ha detto di seguire con estrema attenzione e preoccupazione l’evolversi della situazione e di tenersi in stretto contatto con tutti i principali partner nazionali e internazionali pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza. Il Presidente si dichiara allarmato per l’aggravarsi degli scontri e per l’uso inaccettabile della violenza sulla popolazione civile. L’Unione europea e la Comunità internazionale dovranno, continua Berlusconi, compiere ogni sforzo per impedire che la crisi libica degeneri in guerra civile dalle conseguenze difficilmente prevedibili; inoltre, i due organismi, dovranno favorire una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza dei cittadini così come l’integrità e la stabilità del Paese e dell’intera regione.
di Redazione
Foto: chandlerswatch.com
Scrivi