L’immigrato non è un clandestino pronto a delinquere

Ecco che improvvisamente si sfata un altro luogo comune che ha imperversato in questi anni. Quello che vuole l’immigrato prevalentemente come un clandestino pronto a delinquere. Ieri il Censis ha pubblicato i risultato di uno studio compiuto intervistando un campione di 16 mila stranieri per il ministero del lavoro e delle pari opportunità. E il quadro che ne esce è quello di una popolazione immigrata che fa di tutto per integrarsi nel nostro paese. Prima di tutto i numeri: i cittadini stranieri presenti in Italia sono sono poco meno di 5 milioni, numero che negli ultimi quattro anni è cresciuto di circa 1,6 milioni di unità con un forte incremento sia dei residenti (+56,5%), sia dei regolari ancora non iscritti all’anagrafe. Gli irregolari sono invece appena 560 mila, pari all’11,3% del totale. La maggioranza degli immigrati è quindi regolare, ma si tratta anche di una popolazione istruita: il 40,6% è in possesso infatti di un diploma o di una laurea (gli italiani con un titolo equivalente sono il 44,9%). Stessa cosa per il lavoro. Il 77% degli immigrati maggiorenni svolge un’attività lavorativa regolare, la maggior parte nel terziario (più di due terzi) nei servizi (40,7%) e nel commercio (22,5%). I mestieri più frequenti, infine, sono: addetto alla ristorazione e alle attività alberghiere (16%), assistente domiciliare (10%, percentuale che sale al 19% tra le donne), operaio generico nei sevizi (9%), nell’industria  (8,3%, ma 11,5% tra gli uomini) e nell’edilizia (8%, ma 15% tra gli uomini). Infine i redditi. La metà degli immigrati dichiara di percepire una retribuzione netta mensile compresa tra gli 800 e i 1.200 euro, il 28% ha un salario inferiore, compreso tr5a i 500 e gli 800 euro e il 3% guadagna meno di 500 euro. Solo il 13,3% ha una retribuzione netta mensile che va da 1.200 a 1.500 euro euro, mentre appena l’1,2% guadagna più di 2.000 euro al mese.

Riccardo Rossini

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