L’Italia degli anni ‘70 secondo Rino Gaetano in “Aida”(1977)

L’Italia

Se c’è stato un cantautore italiano senza filtri, anarchico, dissacratorio e che ha saputo raccontare e denunciare in musica tutte le storture della nostra società italiana negli anni ‘70, quello risponde certamente al nome di Rino Gaetano. Nato a Crotone il 29/10/1950, ha saputo mescolare testi satirici, amaramente ironici e paradossali con ritmi rock, blues, pop, reggae, soul, funky e tante altre sonorità, narrando a più riprese il dramma dell’uomo italiano di quegli anni e affrontando tematiche complesse come incomunicabilità e senso di alienazione. Il suo esordio avviene nel 1974 con l’album “Ingresso Libero”, a cui seguono poi “Mio Fratello è Figlio Unico”(1976) e “Aida”(1977), lavoro del quale vi parleremo oggi. Anche qui, in meno di 30 minuti e in 9 brani, troviamo lo stile inconfondibile di Rino con i suoi testi più caustici che mai.

Abbiamo la title-track, una sorta di pop-rock con lievi accenni di blues, in cui protagonista è il nostro paese, qui metaforicamente chiamato Aida, del quale narra i suoi vizi, le sue virtù, le sue bellezze e i vari drammi durante tutta la sua storia passata. Il tutto cantato con un tono pacato e stanco che si contrappone all’amore per il proprio paese, rimarcandone la incapacità di rinnovarsi. In “Spendi Spandi Effendi”viene denunciata la voglia di lusso sfrenato e di consumismo dell’uomo comune che, nonostante la crisi economica, pretende di poter vivere negli agi e di status-symbol a scapito dei veri valori.

L’amore e la passione carnale vengono cantati in “Sei Ottavi”,  con la voce femminile di Marina Arcangeli della Schola Cantorum, mentre il soul mediterraneo di “Escluso Il Cane” tratta, attraverso un’interpretazione tristemente rabbiosa, il tema dell’incomunicabilità e della mancanza di empatia e amore tra gli uomini. Viene considerato solo il cane l’unico vero amico fedele. Imperdibile anche “Rare Tracce”, che con un arrangiamento tra il funk e il country sciorina tutta una massa confusa di malefatte, utilizzando una serie di verbi all’infinito in una sorta di rap ante-litteram. A tutto questo bisogna però rispondere con l’amore, visto come un rifugio e consolazione per tutti quei mali.

A distanza di 47 anni, “Aida” mostra di essere un disco ancora attuale e capace di farci riflettere, di scuotere le coscienze di ognuno di noi. E’ un album che ha saputo offrire, nel bene e nel male, un ritratto di tutta la nostra società, oltre ad essere un più che efficace anatema contro gli abusi di potere delle classi politiche dirigenti. Rino Gaetano mostra in “Aida” il suo processo di maturazione rispetto ai precedenti due album e riesce a farlo grazie ad un linguaggio disincantato e allo stesso tempo scanzonato, oltre che irriverente e rabbiosamente malinconico. La sua è un’analisi lucida che rifugge dalla retorica e che vuole essere uno sprone per tutti, per combattere ogni ingiustizia, per essere noi il vero cambiamento e poter costruire una società più equa e  ricca di valori. Spesso ha anche fatto i nomi dei politici e personaggi del tempo e ciò gli costò la censura da parte dei media.

Rino Gaetano ci ha lasciato il 2 Giugno del 1981 a causa di un terribile incidente stradale. La sua arte verrà riscoperta anni dopo, anche dal pubblico più giovane, segno di come lui già negli anni ‘70 fosse veramente “avanti” e lungimirante, sia musicalmente che a livello di messaggi sociali. La discografia del cantautore calabrese annovera 6 album, tutti dischi degni di essere ascoltati e “Aida” può essere il punto di partenza per le nuove generazioni desiderose di recuperare la grande musica del passato, quella che sa parlare al cuore della gente.

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