Nuova disavventura per il governo. Dopo l’Italicum e la “Buona-Scuola”, la Corte Costituzionale obbliga l’Italia a restituire somme di denaro ai pensionati colpiti dalla Legge Fornero del 2011, approvata dal Governo Monti.
Che sia, forse, una macumba quella che Matteo Renzi ha sulla testa? O semplicemente un allineamento planetario non favorevole? Dopo la questione scolastica e la riforma elettorale, il mandato del premier non riesce a dormire sonni tranquilli: dalla riforma elettorale alla “buona-scuola”, il nuovo cruccio renziano sono le pensioni degli italiani.
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la Legge Fornero, per la mancata indicizzazione e il blocco degli assegni pensionistici negli anni 2012-2013. Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali durante l’esecutivo Monti nel 2011, ha attuato l’art. 24 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 conosciuto con il nome di Salva Italia, con la quale si stabilisce una riforma utile a risollevare quelle che erano le condizioni economiche del Paese in quel periodo.
La norma modificava i rapporti giuridici tra i soggetti di diritto in condizioni di bisogno –art. 38 della Costituzione Italiana: « Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L’assistenza privata è libera»- e gli enti provvidenziali, in qualità di pubbliche amministrazioni istituite per la gestione dei sistemi pensionistici pubblici obbligatori, al fine di ridurre la spesa pubblica legata alle prestazioni pensionistiche.
In quel momento di crisi monetaria, l’Italia si è trovata a dover ridurre al minimo i suoi fabbisogni per risollevare le sorti di un momento infausto. Sono passati 4 lunghi anni e lo scorso 30 aprile la Corte ha definito incostituzionale il decreto Salva Italia, mettendo in difficoltà il governo Renzi, ‘costretto’ a restituire una somma totale di 2.540 euro a pensionato. Bel cruccio per il premier, che dopo esser stato criticato per le ultime sue due riforme si sente in obbligo di spiegare con gessetti e cancellini le sue mosse. La squadra governativa ha deciso che i rimborsi –ben 2 miliardi 187 milioni di euro- avverranno una tantum e dopo il primo agosto a coloro che rientrano in una fascia ben precisa:
- pensione < 1700 euro lordi = 750 euro di bonus e 180 euro di rivalutazione l’anno;
- pensione < 2000 euro lordi = 450 euro di bonus e 99 euro l’anno;
- pensione < 2700 euro lordi = 278 euro di bonus e 60 euro l’anno;
sono stati esclusi coloro che ricevono una pensione pari a 3200 euro lordi o superiore al mese. Il Ministro Pier Carlo Padoan vuole rispettare i vincoli europei e soprattutto non vuole andare contro gli accordi con l’Europa, ovvero di mantenere il deficit/PIL inferiore al 3%. Prima però di approvare il nuovo decreto –approvazione prevista per fine luglio-, il Governo ha deciso di modificare in toto la legge Fornero: con la prossima Legge di Stabilità l’età pensionistica verrà abbassata così da dare ai giovani una maggiore possibilità di entrare nel mondo del lavoro.
di Ilaria Cordi
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