Lombroso e la teoria della fisionomia criminale

lombroso

Nel XIX secolo, il medico italiano Cesare Lombroso, padre della moderna criminologia, studiò l’anatomia e la fisionomia di moltissimi criminali, convinto com’era che alcune caratteristiche fisiche potessero svelare il loro potenziale profilo criminoso. Aveva ragione?

La teoria biologica della criminologia 

La teoria di Lombrioso, evidentemente influenzata dalla teoria dell’evoluzione di Darwin (1859), suggeriva che la criminalità fosse ereditaria e che esistesse una ben precisa classe biologica di persone inclini “atavicamente” al crimine.
In che senso? Nel libro The Criminal Mannone (“L’Uomo delinquente”), pubblicato per la prima volta nel 1876, Lombroso sosteneva che le caratteristiche “ataviche” svelassero che i delinquenti erano a uno stadio evolutivo più primitivo rispetto ai non delinquenti; erano “ritorni genetici”.

Questo li avrebbe resi più “selvaggi”, inclini a non rispettare le regole della società, ergo inevitabilmente rivolti al crimine. 

L’intuizione di Lombroso

Il medico ebbe questa intuizione mentre esaminava il cadavere di tale Giuseppe Villella, un delinquente finito in galera per furto e incendio doloso.

Per l’occasione, il professore si rese conto che Villella aveva una bizzarra rientranza sul retro del cranio, simile a quelle trovate sui teschi di scimmia. Successivamente studiò oltre 4000 delinquenti (vivi e morti) per identificare alcuni marcatori fisici indicativi della forma atavica.

Essi erano l’altezza, il peso, l’apertura delle braccia, l’altezza media del corpo da seduti, le dimensioni delle mani, del collo, delle cosce, delle gambe e dei piedi, il colore e la dimensione degli occhi, la forma della mascella, la pendenza della fronte, la struttura dell’orecchio e via dicendo.

Un altro indizio sulla pericolosità, che ad oggi fa sorridere a dire il vero, era la presenza di tatuaggi.

Una teoria deterministica e razzista?

La teoria, bollata come “deterministica” venne smentita nella prima metà del XX secolo e il medico fu persino tacciato di razzismo.
Del resto le sue considerazioni non tenevano minimamente conto dell’influenza del libero arbitrio e dei valori morali/religiosi. Tutti fattori che non spiegavano le differenze individuali.

Aveva difatti semplicemente combinato la frenologia e la fisionomia (due tipi di pseudoscienza), per sviluppare il campo dell'”antropologia criminale”.

Ciononostante, Lombroso era considerato un esperto in materia e forni’ svariate consulenze nel corso di procedimenti penali, azzeccando effettivamente gli autori di alcuni delitti in base al loro aspetto e altre specifiche come i famosi tatuaggi, all’epoca appannaggio dei malfattori.

E oggi? Il ritorno delle teorie di Lombroso in chiave moderna

La moderna tecnologia di riconoscimento facciale, ha nuovamente sollevato lo spettro del “tipo criminale” di Lombroso. 

Nel 2016, due ricercatori della Shanghai Jiao Tong University cinese hanno pubblicato un documento in cui sostenevano di aver usato la tecnologia di riconoscimento facciale per individuare le caratteristiche che corrispondevano alla criminalità. 
L’algoritmo ideato dagli studiosi cinesi, a dire dei suoi “padri” sembrerebbe azzeccare i pronostici per il 90%, a partire proprio dal alcune caratteristiche fisiche. 

Ci vuol poco a notare che strumenti del genere fanno rientrare dalla finestra teorie che erano state cacciate dalla porta.

Con alcune differenze sostanziali, però: le tecnologie di oggi permettono una raccolta di dati, in questo caso di immagini, assolutamente impensabile alla fine del 1800.

In futuro i sistemi di riconoscimento facciale potrebbero essere usati per stabilire chi potrebbe essere un delinquente, convalidando l’etichetta popolare “faccia da galera”? Per discriminare, in altre parole, tra potenziali criminali e bravi cittadini, basandosi sulla forma del naso, della fronte, degli occhi o delle orecchie? Chi può dirlo.

Forse Lombroso non aveva ragione ma a quanto pare la tecnologia moderna non si sta scostando molto dalle sue teorie. Saranno forse un’evoluzione darwiniana delle stesse?

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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