Durante questa settimana a vestire l’essenza della prossima primavera-estate è Londra.
Anche questa volta le differenze stilistiche rispetto a NY si sentono: mentre in America sfila la trasgressione, l’eleganza nata da dettagli di pelle e vedo-non-vedo qui a Londra l’unico osé sono l’esagerazione di mood floreali e bianchi sobri.
Tirando le somme l’Inghilterra offre alla donna una primavera all’insegna della troppa naturalezza o – l’opposto – la pesantezza di abiti strutturali, appesantiti da dettagli e mix di colori.
Marchesa sfila da dieci anni sulle passerelle, questa volta la front row è davvero ricca. Lo sono di più gli abiti disegnati da Georgina Chapman e Keren Kraig che hanno festeggiato il primo decennio della maison con fiori a go go e uccellini 3d che giocano nelle gonne in seta. L’atmosfera è ovattata, dall’animo bohemien e d’alto rango, e le modelle proseguono a illustrare capi totalpieces dai colori gioiello (viola, madreperla, giallo primario, oro). Potremmo ricordarla come la collezione per le damigelle d’onore di una sposa capricciosa anche se alcuni outfit con altezze da giorno hanno reso il tutto più vivido e meno pesante.
Continuano i festeggiamenti sulle passerelle londinesi: 30 anni fa nasceva la nuova punta di diamante della moda inglese, che di nome fa Jonathan Anderson. L’augurio sembra ottimo, vista la collezione che ha fatto il botto! Toni di alta sartoria con tagli geometrici capaci di esaltare le forme femminili si alternavano a cuoi ben lavorati e bottoni ben posizionati a dare un giusto peso all’outfit. Misure precise – ne eccessive ne troppo leggere – le troviamo anche nei pantaloni o lungo le cravatte blu oltremare. Ai più esperti non sarà sfuggito il meticoloso lavoro tra l’equilibrio dei dettagli e i tagli ben strutturati, compensati alle volte da diversi strati di cotone. I tessuti richiamano i materiali e oggetti che possiamo trovare nei porti, come plastica nera, cestelli, funi.
Che poi, pensandoci bene, una donna vestita con dettagli di yacht e pescherecci è così innovativa che per forza deve piacere. Greetings again!
di Mauro Stano
foto: condenast.co.uk
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