Proprio come Chanel, Dior e Gucci, anche Louis Vuitton sceglie la Francia. Destinazione per niente scontata, dopo Rio de Janeiro nel 2016, e il Giappone l’anno scorso.
E sotto la direzione creativa di Nicolas Ghesquière, a Saint-Paul de Vence, una località vicino Nizza, nella regione della Paca, presso la prestigiosa Fondazione Maeght, la maison d’alta moda presenta l’ultima collezione Resort 2019.
“Questa linea crociera riguarda l’eccentricità per me. Adoro l’idea che un individuo possa avere il proprio stile e iniziare un movimento, mescolando tutto a modo suo” Ghesquière spiega così l’ispirazione; confessando al contempo, anche la profonda ammirazione per lo stile singolare di Grace Coddington, sua carissima amica, stilista, ex direttrice creativa di Vogue.
Per le creazioni della linea Cruise 2019, il designer rielabora così l’heritage della maison francese, e compie quel viaggio tra stili, tempi e tradizioni, mantenendo ben salda la presa su quella visione retro-futuristica, che lo contraddistingue fin dai tempi di Balenciaga.
Desideroso di celebrare l’eccentricità, anche attraverso quel legame forte, che in tutto il mondo unisce da sempre l’arte alla moda, e viceversa, sceglie il museo francese, fondato a metà degli anni’60 dal mercante d’arte Aimè Maeght insieme alla moglie Marguerite, come location perfetta, per il suo vernissage di moda.
E sull’orchestral pop dei Wood Kid, On then and now, composizione neofolk di musica, cori di bambini, e frasi rubate da Jennifer Connelly alla biografia della stessa Coddington, alla luce fioca del crepuscolo, 59 modelli sfilano dall’interno, verso l’esterno dello spazio espositivo.
Con passi arzigogolati e scattanti, le proposte per la stagione a venire, percorrono tenendo abilmente il tempo, i sentieri del Labirinto di Miró, che immerso nella natura con splendide terrazze affacciate sul mare della Costa Azzurra, oltre le opere di Joan Miró, raccoglie nel lussuoso giardino nascosto sul retro, le numerose ceramiche e sculture di artisti del calibro di Giacometti, Braque e Chagall.
Così, l’impronta couture è segnata da forme esasperate, quasi a richiamare i volumi e la pulizia delle grandi sculture del labirinto, e quell’ossessione di Ghesquière per le architetture fantasticamente proiettate nel futuro. Ma è il passato, e sono gli anni’80, i primi del decennio, che fondamentalmente si mescolano ad un mood Japan, scandito da linee e tagli sartoriali, alla ricerca di un’immagine forte, femminile e contemporanea. Dove le silhouette sono over, grazie alle giacche boxy con spalline, abbinate a maglioni che diventano sensuali minidress, e nei look più androgini, a pantaloni morbidi da uomo a vita alta.
L’allure parisienne del brand dalle iniziali intersecate, è sempre costante in un mix di energia e modernità, dove ogni pezzo della collezione è trattato con scrupolosa attenzione, e fa leva sull’elemento sorpresa, grazie ai dettagli folk di piume e motivi etnici, alternati ai preziosi cristalli, e alle paillettes dei ricami su abiti di seta svolazzanti.
E dove poi, si fanno largo motivi geometrici che ricordano quelli di un’altra epoca, quasi rubati alle simmetrie energiche e compatte dell’Art Déco, mentre la trama damier, primeggia da protagonista, tra improvvise e calde note di pattern floreali.
La firma stilistica di Ghesquière, delinea così uno street style con elementi di epoche e tradizioni differenti, che insieme creano movimento, una libertà di movimento verso il futuro, come espressione di quell’idea eccentrica che non segue regole, anzi le rielabora sempre a modo suo.
Dove anche la sensualità dei minidress dai colori neutri con dettagli cut out, sperimenta combinazioni street, con cappelli da cowboy, e cuissard boots dalla suola color oro, spaziale e bizzarra. Scarpe instagrammabili, che alla vista, si fanno subito desiderare da ospiti, it girls e giornalisti seduti in prima fila, e con ai piedi il modello precedente: le famosissime sneakers Archlight.
Un daywear retro-futuristico dall’aria borghese, al quale si aggiunge, come la classica ciliegina sulla torta, anche il tocco funny delle illustrazioni di simpatici animali.
A segnare la collaborazione del colosso Vuitton con l’eclettica giornalista di moda Grace Coddington, ecco Pumpkin e Blanket, i suoi due gatti, insieme a Léon, il cane di Ghesquière, pronti a sdrammatizzare con brio, i profili di piccole clutch rigide, e l’iconica tela monogram della nuova linea di borse a mano.
Il tutto, disponibile nei negozi, da ottobre.
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