Luca Marinelli, 31 anni, romano, è l’attore del momento. Si è appena aggiudicato la statuetta come miglior attore non protagonista del film di Gabriele Mainetti “Lo chiamavano Jeeg Robot” alla 60esima edizione dei David di Donatello, lo storico premio dell’Accademia del Cinema Italiano.
E come se questo non bastasse, Marinelli è stato candidato anche come miglior attore protagonista nel film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, per il quale nel 2015 aveva già vinto il Premio Pasinetti sempre come miglior attore.
I personaggi dei due rispettivi film sono due antieroi, un criminale e un tossico, uno di Tor Bella Monaca e l’altro di Ostia. Due ruoli borderline, due protagonisti che vengono dalla strada e la raccontano in modo forte e crudo. Con quello sguardo di ghiaccio quasi trasparente Marinelli nei film sa trasformarsi sempre in modo eclettico ed enigmatico, per adattarsi alla parte in una veste mai banale. Gabriele Mainetti parlando di lui dice: “Mi ha portato la follia e il talento dello Zingaro ed è per questo che l’ho scelto.”
L’hanno definito il simbolo del nuovo cinema italiano, ma a lui queste classificazioni stanno strette e gli mettono un po’ di imbarazzo. Dichiara di essere stato in realtà solo fortunato, ma dietro la fortuna si nascondono anni di studio e di passione.
Luca, infatti, a 19 anni inizia a seguire un corso di sceneggiatura e recitazione con Guillermo Glanc, per poi riuscire ad entrare tre anni dopo nell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove consegue il diploma accademico nel 2009; ma pochi sanno che la “gavetta” inizia proprio tra quelle periferie che oggi lo portano sulla cresta del successo.
Durante gli anni del liceo, infatti, recita nella sua scuola di periferia nel quartiere Monte Mario, in quella scuola che tutti definiscono “quella vicino agli zingari”. E lo zingaro oggi è ritornato quasi come a chiudere un cerchio. Oggi Luca ne veste le parti, oggi racconta tramite il cinema quegli spaccati di una Roma popolare e umile della gente che vive tra le borgate.
Durante un intervista Luca dice che è proprio durante gli anni del liceo che confidò al padre che gli sarebbe piaciuto diventare attore. E il padre gli disse “sì, però studia!”. E Luca ha studiato, ha sperimentato, si è spinto in parti diverse ed impegnative, è arrivato a pesare 99 kg e poi a dimagrire di nuovo. Ma tutto questo lo porta a vantare un curriculum del tutto invidiabile, nonostante la giovane età: La solitudine dei numeri primi, La grande bellezza, Tutti i santi giorni, Waves, e gli appena citati Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot e tanti altri sono solo alcuni dei film in cui ha recitato.
Chiudiamo perciò con una citazione dal suo ultimo personaggio, lo Zingaro che dice “io voglio lascia’ un segno”. E questo è anche quello che sta facendo Luca Marinelli attraverso la sua carriera breve, ma intensa da cui ci aspettiamo ancora tante e nuove interpretazioni strabilianti.
di Arianna Orlando
Fonte foto: Felix Bloch Erben Agentur
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