M5s e Lega, siamo alla resa dei conti?

Il caso Siri divide M5S e Lega

M5S e Lega. Il caso di Armando Siri, senatore leghista indagato per corruzione che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto una tangente da 30mila €, oltre ad aver monopolizzato per diverse settimane il dibattito politico nazionale, ha portato alla luce le differenze sostanziali tra i due gruppi politici che governano il nostro paese.

Veto M5s

L’ala giustizialista del Movimento 5 stelle, capitanata da Luigi Di Maio, mettendo un veto sulla questione dell’ormai ex sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, ha di fatto obbligato il premier Conte a revocargli l’incarico.

Differenti vedute 

La vicenda ha così evidenziato, ancor di più di quanto non lo fosse fino a oggi, la distanza tra M5s e Lega. Il caso ha poi surriscaldato i toni fino a creare una frattura ormai evidente tra i leader dei due partiti al governo. Infine, ha decretato una sconfitta politica per il ministro dell’Interno Matteo Salvini che aveva difeso il suo collega di partito fino all’ultimo giorno in carica.

Cannabis light

Le diversità ideologiche tra i due partiti però non finiscono qua. Ieri sera su La7, a Otto e mezzo, la trasmissione televisiva condotta da Lilli Gruber, Salvini ha marcato un’altra differenza che lo distingue dal suo omologo pentastellato Luigi Di Maio. Il tema è la legalizzazione della cannabis. Durante l’intervista Salvini aveva dichiarato “farò la guerra ai negozi di cannabis light”.

Provvedimenti di chiusura 

Puntuali questa mattina sono arrivati i primi provvedimenti ai danni di tre negozi del settore, eseguiti nelle Marche per ordine del questore di Macerata, Antonio Pignataro. Mentre è atteso per il 30 maggio il provvedimento della Corte di Cassazione che deciderà sulla legittimità della libera vendita della cannabis leggera in questi esercizi commerciali. 

La resa dei conti

Diversi opinionisti politici sostengono che le distanze tra i due leader di M5s e Lega siano soltanto il frutto della campagna elettorale per le elezioni europee. Successivamente alle consultazioni, che si terranno in Italia domenica 26 maggio, si proseguirà regolarmente con il contratto di governo. Altri ritengono, invece, che la tornata elettorale europea segnerà inevitabilmente la fine del matrimonio di convenienza tra M5S e Lega e si tornerà alle urne anche per le elezioni politiche nazionali.

Premier mediatore

L’attuale governo M5s e Lega, presieduto da Giuseppe Conte, un premier mediatore più che decisore, con i suoi due vice che ne regolano quotidianamente l’agenda, non potrà garantire una politica nazionale decisiva per il futuro del nostro Paese. Né una stabilità costante e un peso rilevante nella nuova Europa. Qualunque sia la coalizione che da giugno dovrà governare da Bruxelles.

Serve una linea politica omogenea

In Italia è assolutamente necessario un esecutivo con una linea politica omogenea, che possa prendere decisioni su temi importanti. In questo anno di legislatura, l’attuale governo a trazione gialloverde ha dimostrato di non saperle prendere a causa di uno scollamento essenziale tra le due linee politiche portanti.

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