Negli ultimi decenni le innovazioni tecnologiche ci hanno proiettati verso scenari fantascientifici che probabilmente finiranno per stravolgere le nostre abitudini “umane”.
Esiste addirittura un movimento culturale, il cosiddetto transumanesimo,“che sostiene l’uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l’invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana”.
Il transumanesimo ci trasformerà in tanti piccoli mostriciattoli tecnologici, degli ibridi irreversibilmente collegati a miniframe digitali in grado di monitorarci 24 ore su 24.
Fatta questa precisazione, non ci sorprende la corsa verso la “robotizzazione umana” ingaggiata dai vari colossi dell’informatica. Dapprima, le aziende hanno saputo creare in noi una dipendenza ossessiva da tablet, pc, smartphone e social network, dai quali non riusciamo a staccarci se non per poche ore, adesso, le menti geniali che si celano dietro ai colossi tecnologici, ci hanno talmente plagiato che siamo disposti ad accettare passivamente ogni novità, persino la più estrema. A cadere nel trappolone sono soprattutto le nuove generazioni, definite “nativi digitali”. I nuovi nativi sono talmente assuefatti all’interferenza tecnologica da trovare fisiologica l’ipotesi di assemblare il proprio corpo con componenti esterne, in nome della convenienza e della creatività.
Questo almeno quanto propaganda la nuova scioccante campagna pubblicitaria promossa dall’azienda leader nella produzione di processori per pc, Intel Inside, titolata “Make it Wearable” ovvero “Rendilo Indossabile”.
Nel video promozionale (della durata di due minuti), alcuni esperti del settore osannano la “rivoluzione indossabile” e la possibilità di cambiare il mondo. Per loro, la tecnologia informatica sarà del tutto indossabile, e addirittura si potrà arrivare ad inserire un piccolo chip nel proprio corpo per controllare le apparecchiature informatiche o per fare in modo che esse controllino noi, magari dietro commissione. Nel video ci sono rapidi fotogrammi che balzano agli occhi, giusto il tempo di imprimere una novità nel nostro inconscio. Ovviamente il fotogrammi sembrano innocui e l’atmosfera ricreata è piacevole ed accattivante, come ogni spot pubblicitario che si rispetti.
In realtà nulla si deve al caso: si tratta di tecniche di “Mind Control” sapientemente collaudate dai neuroscienziati esperti in programmazione mentale. Adesso c’è chi solleva dubbi sugli usi di un tale potere tecnologico di orwelliana memoria: sarà davvero una rivoluzione positiva o ci renderà schiavi ancor di più del “Grande Fratello” globale?
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