Agevolazioni Terzo Settore
Tralasciando le parti più importanti come il Reddito di cittadinanza e la Riforma delle pensioni Quota cento inserite nella Legge Finanziaria, sulle quali da settimane gli organi di stampa discettano animatamente in attesa di capire se sono provvedimenti utili al Paese o solo alle forze politiche che li hanno proposti.
Noi vorremmo soffermarci su due questioni minori ma che sono pane quotidiano per chi da anni s’interessa di associazionismo sociale e sportivo: la Riforma dello sport e la tassazione o meglio le agevolazioni al Terzo settore. Sulle quali si è discusso abbondantemente nelle settimane passate e la situazione sembrava ormai conclusa, nonostante i lavori parlamentari ancora in corso, il “decretone” in discussione e i vari decreti attuativi potrebbero riservarci ancora delle sorprese.
Ires associazioni
Detto ciò, sull’Ires alle associazioni, alle onlus e al volontariato c’è già stata una salutare mezza marcia indietro e l’impegno governativo a rivederle; il Primo Ministro Conte ha assicurato che la norma è stata modificata e ciò è positivo, giacché con la vecchia ipotesi si rischiava, come anche precisato dal Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, di mettere una “tassa sulla bontà”. Tornare indietro e riconoscere gli errori è sempre cosa saggia. Staremo a vedere.
Riforma dello Sport
Della “Riforma dello sport” invece ne conosciamo i principi generali, l’impalcatura, ma addentrarci al suo interno finché non ci saranno gli atti parlamentari che permetteranno la sua attuazione operativa e l’esame di un disegno di legge già presentato e depositato dalla maggioranza in Senato è cosa complicata.
Certo è che a leggere le carte sembrerebbe esserci stata una vera e propria rivoluzione, la rottura di un sistema che attraverso il Coni ha assicurato allo sport italiano per quasi un secolo una grande autonomia che lo ha reso un modello nel mondo. Ovviamente però i tempi cambiati, le esigenze sportive e di benessere dei cittadini che si sono diversificate e gli interessi economici veicolati dagli sponsor e dalla finanza mondiale che frequentano da anni gli stadi e i palazzi del Foro Italico, necessitavano di risposte diverse e di mettere in campo una struttura più forte e rinnovata.
L’agenzia dello Sport e Salute
L’agenzia “Sport e Salute spa” è sembrata la soluzione; trovata dai due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giorgetti e Valente, che assume un ruolo strategico di assoluto rilievo alle dirette dipendenze del Governo il quale, poiché ci mette i soldi (circa quattrocento milioni di euro l’anno), vuole avere maggior peso e voce in capitolo. Ma in questo modo si sacrificherà la tradizionale autonomia dello sport italico? E’ possibile. Certo è che era necessario modernizzare e se l’intento (speriamo) non sarà quello di punire il vecchio Coni ma solo di razionalizzare risorse e obiettivi eliminando le sacche di privilegio e gli sprechi accumulati, adeguando la governance sportiva alle cambiate condizioni del settore, allora benvenuta rivoluzione. Se poi ci si riuscirà e se sarà semplice farlo è invece tutt’altro discorso.
Conferenza degli Stati Generali
La dirigenza sportiva “tradizionale” ha mugugnato e in alcuni casi protestato, provando pure ad abbozzare qualche controproposta attraverso la Conferenza degli Stati Generali voluta dal Coni e tenutasi a metà gennaio, ma nei fatti ed essendo note le divisioni che lo animano e gli interessi politici ed economici che lo percorrono, ha semplicemente e pilatescamente delegato il Presidente dell’Ente Giovanni Malagò a seguire la questione.
Vedremo in tempi brevi se sarà scontro o compromesso, ma bisogna farlo in fretta, poiché incombono impegni e scadenze come le Olimpiadi di Tokio 2020 alle quali dovremmo arrivare preparati e motivati, l’organizzazione delle eventuali Olimpiadi di Milano-Cortina e le finals Atp di tennis a Torino sulle quali si naviga a vista senza bussola e riferimenti governativi.
La crescita del movimento sportivo italiano
Il mondo dello sport è complicato, è un reticolo vischioso denso d’interessi palesi e nascosti contro i quali bisognerà usare alternativamente l’accetta e il bisturi. Per adesso è prevalsa la prima, ma è sperabile che attraverso la discussione s’incominci a usare il secondo per raggiungere l’unico obiettivo necessario e utile al Paese, che è la crescita del movimento sportivo italiano nel suo complesso. Che oltre all’agonismo deve vedere centrale lo sport in tutte le sue forme e articolazioni, dallo sport spettacolo come stimolo a quello scolastico e amatoriale se si vuole una nazione con giovani forti ed educati e adulti sani e in buona salute.
Nella foto, da sinistra, Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Fonte: linkiesta.it
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