Sarà pronta tra un mese la marijuana a scopo terapeutico che l’Istituto Farmaceutico militare di Firenze sta coltivando, in fase sperimentale, per consentire al servizio sanitario nazionale italiano di non importare più i principi attivi dall’Olanda, come avviene ora.
Quella che ormai è stata ribattezzata come “marijuana di Stato” in realtà è un passo avanti importantissimo a favore di tutti quei malati italiani affetti da malattie neurodegenerative e che necessitano di terapia del dolore. Pazienti che potranno aver accesso al farmaco, a costo inferiore rispetto a quello attualmente importato dall’estero, acquistato al prezzo di circa 15 euro al grammo.
In virtù di quanto previsto dall’accordo tra Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e Roberta Pinotti, ministro della Difesa, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze è titolare del progetto pilota che ha portato alla realizzazione della prima serra, che produrrà la marijuana terapeutica.
Entro giugno, conclusa la fase di infiorescenza, si effettuerà il raccolto. Le cime verranno fatte essiccare e sottoposte al trattamento di raggi gamma per eliminare ogni eventuale carica microbica. Come accade ai principi attivi usati per i farmaci, anche questo prodotto sarà sottoposto ai controlli del ministero della Sanità e quelli dell’Autorità nazionale del farmaco (AIFA). Come sancito dall’accordo di collaborazione tra i due Ministero il fabbisogno stimato è stato fissato a quintale di fiori secchi all’anno.
Con la produzione a regime, infatti, le farmacie riceveranno i fiori di marijuana essiccati in confezioni da 5 grammi l’uno e provvederanno loro stesse alla preparazioni magistrali da distribuire ai pazienti che si presenteranno con la ricetta. Attualmente sono nove le Regioni che hanno varato leggi che consentono di utilizzare la cannabis a scopo terapeutico: si tratta di Toscana, Liguria, Veneto, Friuli, Abruzzo, Marche, Umbria, Puglia e Sicilia.
di Roberta Rezzoalli
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