Finora abbiamo parlato tanto di meditazione, soffermandoci esclusivamente sugli aspetti teorici. Poiché la ricerca empirica rafforza ogni teoria, abbiamo raccolto la testimonianza di una donna che dalla pratica meditativa ha tratto enormi benefici. Il suo nome è Maria Silvia De Zotti (48 anni) e vive a Barbarano Vicentino, in provincia di Vicenza.
Maria Silvia, puoi raccontarci quale cambiamento ha sconvolto la tua vita?
Premetto che ho sempre goduto di ottima salute e che sono una donna forte e indipendente. Ho fatto sempre due lavori e vivo da sola. Purtroppo 3 anni fa (nel giro di 12 ore) sono rimasta in sedia a rotelle e adesso sono paraplegica! La mia malattia si è manifestata con atroci dolori alla schiena mentre ero al lavoro. Improvvisamente le gambe non mi hanno più retto e sono stata ricoverata d’urgenza per problemi alla spina dorsale. Da lì non c’è stato più niente da fare.
Ho subito un primo intervento all’ernia del disco, poi bisognava stabilizzare la spina dorsale, dato che non mi alzavo e non mi muovevo. In quel momento capito che bisognava decidere se andare avanti oppure fermarsi. Dopo tanti pianti ho deciso di farmi operare, iniziando un percorso molto forte e impegnativo. Come non bastasse, ben presto si è aggiunta una malattia neuropatica che mi ha costretta a stare sempre a letto, sotto morfina od oppio. Qualche tempo dopo ho conosciuto il dottor Serra di Negrar, che mi ha inserito un elettrostimolatore midollare utile a inibire il dolore.
Per un anno ho vissuto con l’elettrostimolatore esterno, poi mi è stato aggiunto quello interno (prima due elettrodi poi quattro), attualmente ho un impianto di 4 elettrodi e mi devo ricaricare 5/6 ore al giorno. Un quadro desolante, senza dubbio.
Come hai reagito? Cosa ti ha dato la giusta sferzata per ribellarti alla tua condizione?
La mia vita è stata stravolta in poche ore e la disperazione era tanta, ma poiché non è mai stato nel mio stile arrendermi, ho scelto fra le uniche sue soluzioni che mi si prospettavano: andare in una casa di cura riabilitativa e rimanere lì o tornare nella mia casa e affrontare la mia vita! La scelta è ricaduta sulla seconda opzione. Mi sono concentrata a vivere il presente, ho fatto gli altri interventi, la riabilitazione e dopo 2 anni e mezzo finalmente sono tornata a casa.
Oggi quali sono le tue condizioni di salute?
Ho superato tre micro ischemie, ho un meningioma falce frontale, non muovo le gambe (anche se sono molto agile) il braccio destro mi fa male e ho quasi sempre mal di testa. Fatta questa premessa, c’è da dire che riesco a monitorare la situazione stando calma più possibile e vivendo il presente.
Sei riuscita a trasformare il dramma che vivevi in un atto d’amore che si rinnova ogni giorno. Ci spieghi come hai fatto?
Ho trasformato questa mia esperienza un pochino alla volta, uscendo gradualmente dal nero totale e buio oscuro dove non c’era nessuno via d’uscita, eccetto la disperazione. Ho visto piccoli spiragli di luce quando ho cominciato a dare valore ad ogni cosa che facevo. Adesso vivo, ascolto e trasmettendo l’importanza che hanno le piccole cose.
In che modo ti ha aiutato la meditazione?
Poiché la sofferenza era tanta, dovevo trovare un punto di riferimento dentro di me. È sempre stato importante per me trovare un buon equilibrio, così ho iniziato a fare training autogeno, poi vari tipi di meditazione, fino a trovare la mia meditazione ogni giorno: al mattino per riequilibrarmi e la sera per sopportare il dolore. Con Carlo Lesma abbiamo fatto delle meditazioni adatte alle persone con disabilita fisiche. Inoltre pratico lo yoga della risata. Tutto questo aiuta la mia anima a restare centrata e perseguire la mia strada. La meditazione per me è nutrimento fisico e psichico. Mi da la grinta per andare avanti: quando mi alzo la mattina a quando vado a letto la sera, mi impegno ogni momento ad avere un buon pensiero.
Credi che la mente possa fare miracoli?
La mente è un’arma e bisogna averne profondamente rispetto, di conseguenza cerco di mantenere una buon stato mentale il più possibile anche se ho dolore. Cerco di stare più tranquilla e di essere impegnata.
In cosa credi?
Amo vivere: la vita è un dono meraviglioso. Credo in Dio, credo nell’universo ma soprattutto credo che la forza di volontà nasca dentro di noi. Questo è fondamentale: un sorriso, una parola, un aiuto che io posso dare gli altri è un motivo per essere forte, coerente con me stessa. Non sono particolarmente attaccata ai medici, o meglio, ho profondamente rispetto della categoria, ma credo che metà dell’opera sia merito di noi stessi. È la nostra mente a guidarci .
Che messaggio vorresti trasmettere a chi soffre?
Un messaggio di speranza, di fiducia, pazienza verso le nostre fragilità. Dobbiamo imparare ad amarci! Essere positivi, rimanere concentrati nel qui e ora, avere obbiettivi costanti.
Di cosa hai paura?
Ho paura della paura: mi sa stringere e mi fa tremare, ma quando non vedo più nulla e la mia mente ritorna lucida ringrazio quella paura.
Ci parli dei tuoi progetti futuri?
Si tratta di progetti ben ponderati e chiari. Ho appena fondato un’ associazione promozionale sociale che si chiama “Mano di luce” per promuovere ogni forma di bisogno di aiuto e ospita gratuitamente (per brevi periodi) persone che hanno dei disagi. Poi ci sono i congressi con Carlo lesma a gennaio e nuove meditazioni. Porto pure avanti i progetti di “clownterapia 2019” con fantastiche novità. Intendo riaprire un nuovo punto di solidarietà e avere un lavoro che mi faccia vivere dignitosamente, perché la malattia ha un costo molto importante.
Cosa significa essere donna?
Io direi persona e donna: donna significa avere una fermezza di un leone e l’elasticità mentale di una gazzella. Donna è dolceźza e sapienza. La donna è creatrice di luce e energia vibrante, essere donna è un dono. Ogni donna nel suo tempio deve onorarsi e rispettarsi.
Meditazione di Carlo Lesma, “Il dolce volo”, dedicata a Silvia
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