“Mia Madre” il Moretti più intimo in una storia di tutti

unnamed“Mia madre”, il dodicesimo film di e con Nanni Moretti, è stato presentato e acclamato a Cannes, tra i favoriti per la Palma d’oro. 

Mia Madre è la storia di due fratelli, Giovanni (Moretti) e Margherita (Buy) alle prese con la morte della madre e il confronto con un dolore profondo, intimo, che taglia in due le vite di ognuno di noi. Giovanni è un ingegnere serafico che decide di lasciare il lavoro, per prendersi cura della madre. Accoglie silenzioso quel dolore come fa con chi gli parla di lei, ex professoressa, molto amata, di latino e greco (Giulia Lazzarini). Margherita è una regista alle prese con un film “impegnato”, ma brutto,”finto, troppo finto”, nel quale recita il celebre attore internazionale Barry Huggins (un grande John Turturro). Margherita si divide tra il set del film e la stanza d’ospedale dov’è ricoverata la madre.

Il film di Nanni Moretti, già vincitore nel 2001 di una Palma d’oro con “La stanza del figlio”, è in concorso al Festival di Cannes, dove è stato accolto con lunghi applausi dalla stampa e dalla critica. D’altronde Moretti piace molto ai francesi. Loro amano il cinema malinconico che scava fino nelle viscere dell’animo umano nel tentativo di riportarci alla realtà delle cose.

Il regista parla a sé e di sé e ci restituisce un uomo riservato e calmo che lui stesso interpreta in maniera contenuta, mentre trasforma nel suo alter-ego Margherita Buy, cucendole perfettamente addosso il ruolo di regista isterica e impegnata. Non si risparmia quando fa ammettere a Giovanni “di essere stanco, di non aver più voglia” e allo stesso modo quando la Buy in conferenza stampa si chiede “perché faccio sempre le stesse cose, tutti pensano che io sia in grado di capire quello che succede, di interpretare la realtà, ma io non capisco più niente”.

Il film parla anche di cinema, dentro il film c’è un altro film. La regista-protagonista cerca di realizzare un lungometraggio sulla condizione nelle fabbriche senza però riuscire a renderlo sufficientemente reale. Un’ammissione e un rimprovero che il regista, quello vero, fa al cinema e a se stesso: “Il regista è uno stronzo a cui voi permettete di fare tutto!”.

unnamed (1)“Mia Madre” non è all’altezza dei capolavori di Moretti. E’ sicuramente un film di Moretti, un po’ invecchiato. La sensazione è che pur nella ricchezza dei contenuti, nelle problematiche affrontate, pur riconoscendo all’autore una scrittura ricca e preziosa, sembra non raggiungere l’emozione profonda dello spettatore né lo fa veramente ridere laddove dovrebbe.

Quello di Moretti in fondo è un film affettuso e sincero. Apparentemente semplice, in realtà no. La sceneggiatura è complessa, intensa e accurata. Il regista si mette a nudo e ci racconta generosamente la sua esperienza e quel mondo del cinema che conosce bene. Torna a parlarci di sé. Si esprime in maniera personale e diretta, ci regala la sua storia, che è poi quella di ognuno: alla fine la perdita della propria madre piega tutti a un confronto con se stessi.

“Mia Madre” insomma è un nuovo “Caro Diario” in cui Moretti ci butta dentro la sua vita personale e pubblica, il cinema, la nostalgia per la cultura, per il latino, la politica, l’attualità. Un diario che forse mostra qualche segno di  stanchezza, e che ci parla di un Moretti, lontano dai girotondi, meno “intellettuale” ma più intimo e sincero.

di Patrizia Angona

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