Michelangelo: il grande artista scorbutico moriva oggi

Michelangelo autoritrattoAccadde Oggi nell’Arte. Il 18 febbraio del 1564 muore Michelangelo Buonarroti.

Marmo che si fa carne, il marmo “che vorrebbe o dovrebbe parlare”, l’anima, il cuore e la pietra, il pittore, architetto e scultore simbolo del Rinascimento italiano, tra i maggiori artisti della storia dell’arte e celebre in ogni angolo del Pianeta per opere come la Cappella Sistina, il David, il Mosè, la Pietà e la Cupola di San Pietro. Lo ricordiamo oggi nell’anniversario della sua scomparsa.

Tanto si è studiato, letto e scritto sul grande artista ma non tutti forse conoscono qualche curiosità riguardo la sua arte. Sul perché e quando , per esempio, iniziò ad affrescare la Cappella Sistina. Fu Papa Giulio II ad affidare a Michelangelo il compito di affrescare il soffitto della Cappella e della Volta.

cappella sistinaL’idea del papa Giulio II era quella di voler riportare Roma agli antichi splendori e proprio per questo chiamò presso di sé Michelangelo e gli commissionò l’enorme lavoro della Cappella Sistina (iniziata nel 1508). Quando si dice che Giulio II volesse far rivivere gli splendori dell’antica Roma, tra questi splendori, a dover essere più luminoso di tutti era il nome stesso di Giulio II. E la luminosità doveva essere tale da oscurare tutto quello che aveva fatto un altro Papa: quell’Alessandro VI ( Borgia), che era stato Papa e grande rivale di Giulio II . La Cappella Sistina doveva servire anche, forse soprattutto, a questo.

creazioneSono veramente tanti i significati ed i temi del celeberrimo affresco; i pannelli principali che si trovano al centro raffigurano scene del Libro della Genesi, della Creazione e della Caduta dell’uomo, subito dopo il diluvio di Noè. Accanto a ciascuna di queste scene, su entrambi i lati, ci sono i grandi ritratti dei profeti e delle sibille che annunciano la venuta del Messia. Poi ci sono le lunette in cui sono raffigurati gli antenati di Gesù e le storie della tragedia del popolo ebraico. Sparsi qua e là ci sono figure più piccole: putti e nudi. In totale ci sono più di 300 figure dipinte sul soffitto. Sfatiamo anche un’altra leggenda metropolitana, che Michelangelo abbia affrescato tutta la Cappella sdraiato sulla schiena. Non è vero. Lo ha fatto Charlton Heston nel famosissimo film del 1965 “Il tormento e l’estasi” (molte scene girate a Cinecittà) ma era solo una trovata scenica. Il vero Michelangelo nel dipingere la Cappella Sistina non ne aveva bisogno, perché aveva ideato un sistema di ponteggio modernissimo ed originale che gli facilitò il lavoro. Una particolare curiosità ulteriore è quella in cui Michelangelo fu molto scaltro nell’avvalersi dell’aiuto di numerosi assistenti, facendoli ruotare nei giorni lavorativi; assumeva e licenziava spesso, così da farli avvicendare, in maniera tale che nessuno di loro avrebbe mai potuto rivendicare il merito di aver messo mano ad alcuna parte del soffitto della Cappella Sistina. Non era dunque esigenza di far lavorare tanti ma restare nella gloria dell’eternità.

davidNel David invece, Michelangelo voleva esaltare la figura umana, l’armonia dell’uomo a contatto con la natura. Anche questo faceva parte di un progetto ambiziosissimo del grande artista; dimostrare la vittoria dell’umo virtuoso contro la Tirannide ( David che si appresta nella lotta contro Golia). La Repubblica di Firenza utilizzò il David come simbolo del suo carattere orgoglioso ed indomabile. Protagonista del Rinascimento italiano, autore di opere meravigliose ed eterne, ancora oggi è considerato uno dei maggiori artisti di sempre.

Mosè di MichelangeloRicordiamo anche il famoso Mosè, conservato in San Pietro in Vincoli, dallo sguardo “terribile”, identificato spesso come lo stesso sguardo dell’artista, un carattere forte, indomabile, burbero, appunto definito “terribile”. Uno spirito indomito, libero, scorbutico. Il Vasari definì la barba del Mosè quasi “fatta con il pennello”, e non dal marmo. Un’opera viva, parlante, sempre simbolo della tomba di Giulio II, contiene la leggenda che Michelangelo abbia scagliato il martelletto contro il ginocchio della statua stessa, gridando “perchè non parli?”, tanto fosse viva e naturale. Ma si tratta soltanto di una leggenda, uno dei tanti aneddoti e curiosità che circondano la vita e l’opera del grandissimo scultore e pittore.

di Alessandra Paparelli

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